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Francesco Becchetti trattenuto a Londra e costretto all’estradizione in Albania

L’agenzia britannica Top Channel diffonde la notizia dell’obbligo di estradizione del patron di Agon Channel. È trattenuto dalla polizia britannica con l’obbligo di estradare in Albania entro il 15 dicembre.
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"Estradizione entro il 15 dicembre". È il termine ultimo previsto dalla polizia britannica per l'estradizione di Francesco Becchetti, patron di Agon Channel, arrestato e trattenuto a Londra. L'imprenditore non si trova attualmente in carcere ma è stato rilasciato con l'obbligo di estradare in Albania. Questo è quanto annuncia l'agenzia Top Channel che rivela anche che il documento ufficiale relativo all'arresto è arrivato pochi giorni fa alla Procura di Tirana. Sequestrati beni dell'imprenditore con la Corte che rivela di avere prove schiaccianti circa l'evasione di tasse per un totale di 770 milioni e per i reati di riciclaggio di denaro.

Il mandato di arresto a giugno

Le accuse mosse a Francesco Becchetti da parte delle autorità albanesi avrebbero accertato "falso in documentazione" e "riciclaggio di denaro". Una vicenda che ha messo definitivamente la parola fine al sogno di Agon Channel, la televisione italiana che trasmetteva dall'Albania e che ha chiuso il 10 ottobre, con le autorità albanesi che hanno tolto persino l'elettricità alle infrastrutture.

Dall'inchiesta, avviata un anno fa e, su ordine della corte di Tirana, è stato sottoposto il sequestro del pacchetto azionario dell'imprenditore in cinque società registrate tutte in Albania, tra queste anche Agon Set, la società proprietaria di Agon Channel. Sono stati sequestrati anche tutti i conti intestati a lui e alle sue società.

I volti di Agon Channel

Dopo un'avvio in grande stile con un gala di apertura che vide anche la presenza di Nicole Kidman, Agon Channel si è ridimensionata nel giro di pochi mesi. Tra i volti noti che hanno fatto parte del progetto anche Antonio Caprarica, ingaggiato come direttore dell'area news. L'ex corrispondente dall'estero della Rai denunciò poche settimane dopo le condizioni pessime di lavoro, per lui e la sua redazione, lasciando definitivamente dopo pochi mesi dall'insediamento.

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