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Franca Valeri compie 98 anni: “Mi rifiuto di essere una vecchia che aspetta la morte”

Spegne 98 candeline la signora dello spettacolo italiano, straordinaria icona di tv, cinema e teatro, capace di portare in scena una comicità al femminile con personaggi che hanno fatto la Storia. Oggi, non ha alcuna intenzione di andare in pensione: combatte la noia e risponde all’avanzare degli anni scrivendo un nuovo testo teatrale.
A cura di Valeria Morini
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Oggi, 31 luglio, l'immensa Franca Valeri spegne 98 candeline, e non ha la minima intenzione di andare in pensione. L'instancabile attrice milanese con alle spalle 70 anni di carriera tra film, opere teatrali e show televisivi, non si ferma neppure sulle soglie del secolo di vita, tanto da essere al lavoro su un nuovo testo. "Mi rifiuto di essere una vecchia priva di interessi, in attesa della morte", ha raccontato qualche giorno fa in un'intervista a Liberi tutti, rubrica del Corriere. Una dichiarazione che sintetizza lo straordinario percorso artistico di una signora dello spettacolo italiano (in tutte le sue forme), capace di segnare la storia della commedia con personaggi indimenticabili e di imporsi come icona comica femminile.

La nostalgia per il teatro: Una cura per il corpo

Nata a Milano nel 1920 come Franca Maria Norsa, da famiglia borghese per metà ebraica (sopravvisse alle deportazioni grazie a un sotterfugio), iniziò a recitare ancora prima della guerra, con le caricature. Più tardi avrebbe mutato il nome in Valeri, su suggerimento dell'amica Silvana Ottieri: "Papà non voleva che usassi il vero cognome –  ha spiegato al Corriere –  un po’ perché non era contento del mio debutto da attrice, non ci credeva molto, e poi per timore di possibili persecuzioni: anche se ormai la guerra era finita eravamo comunque tutti traumatizzati". Oggi, ha smesso di recitare per ovvi limiti fisici (nel 2016 lamentò come le fosse impedito di tornare a teatro), ma la nostalgia per le assi del palcoscenico è ancora fortissima.

Sono acciaccata nel fisico, ma con il cervello che va a mille. Certo, non nascondo che essere in palcoscenico per me è diventato difficile, come vincere un terno al Lotto, ma non demordo, nella vita non bisogna mai arrendersi, anche se certe cose non le puoi più fare. Il teatro soprattutto è una specie di cura per il corpo. Quando reciti è molto difficile che ti senti male: o schiatti o stai bene. La famosa adrenalina che ti scorre nelle vene quando ti trovi davanti a una sala gremita è una specie di droga. Mi manca molto recitare, ho superato molti impedimenti ma ora è complicato fare su e giù in palcoscenico.

I personaggi: la Signorina snob, Cesira la manicure, la sora Cecioni

Colonna portante di varietà televisivi storici (da Studio Uno a Sabato sera, l'ultima apparizione nel 1998 a La posta del cuore), attrice straordinaria in film come Il vedovo, Il segno di Venere, Il bigamo, Il moralista, Totò a colori (l'esordio fu "solo" con Fellini ne Luci del varietà), interprete teatrale eccezionalmente prolifica, Franca Valeri ha fatto anche la scrittrice, la regista lirica, l'attrice di fiction, la sceneggiatrice, persino la doppiatrice di un film Disney (Atlantis  – L'impero perduto). Dalla sua verve comica sono poi nati, tra teatro e radio, i suoi più celebri personaggi: la Signorina snob, Cesira la manicure e la sora Cecioni.

Non ero brutta, ma ovvio non potevo figurare come una maggiorata, e così mi divertivo a dissacrare la figura femminile, scrivendomi spesso i testi su misura: ho inventato una figura di donna piuttosto inedita per l’epoca, lavorando sull’autoironia, su una femminilità che rideva di se stessa anche in modo impietoso. Qualcuno deve aver pensato che avrei avuto difficoltà ad affermarmi, invece sono stata molto fortunata perché come me non ce n’erano altre! Ero unica nel mio genere, ho inaugurato un filone, che in seguito ha trovato altre protagoniste.

L'ultimo lavoro, un'ode contro la noia

Tra i suoi più grandi amici, Alberto Sordi ("Tirchio? Non è vero! Mi invitava sempre a cena e pagava lui"), Vittorio De Sica ("Da lui, che consideravo il mio idolo, venni molto sostenuta, quando recitammo insieme nel film “Il segno di Venere”"), Adriana Asti ("Ci divertimmo come pazze nel portare in scena “Tosca e le altre due”"). Testimone di stagioni irripetibili, oggi combatte con la scrittura il suo più grande nemico: non l'avanzare degli anni, ma la noia.

Sto scrivendo un nuovo testo, che si intitola proprio “Il secolo della noia”: purtroppo siamo diventati tutti più noiosi e cerco di esorcizzare. Sin da giovanissima sono sempre andata controcorrente, mi sono sempre impegnata a inventare qualcosa di diverso, di strano, inusuale, insomma qualcosa che non fosse già visto e noioso. Sarò presuntuosa, ma ho sempre fatto le cose che sapevo di poter fare.

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