Fox cancella la serie Alcatraz
"Alcatraz officially closed". La prima stagione di Alcatraz si era chiusa con tutti i piccoli misteri disseminati in verticale, puntata dopo puntata, che si avviavano verso una risoluzione, con un personaggio chiave, quello di Tommy Madsen, che era finalmente spuntato fuori e l'eroina protagonista, sua nipote Rebecca, in fin di vita su un letto d'ospedale. Ma resterà tutto fermo così visto che la Fox ha deciso di cancellare la serie televisiva di JJ Abrams, firma che evidentemente non è bastata a tenere alto il morale dell'azienda di Rupert Murdoch. Eppure qualcosa di buono c'era nel plot narrativo legato a doppio filo con gli episodi stand-alone che sarebbero dovuti bastare a placare la sete d'azione dello spettatore medio. Poi tutto quel clamore che ha suscitato la contemporaneità italiana con gli Usa, con Mediaset Premium a suonare le fanfare per un evento che alla fine è risultato essere un tragicomico flop.
Cosa non ha funzionato? Il cast era stellare, la recitazione era ottima, la trama (essenzialmente un police procedural) reggeva con la materializzazione nel 2012 dei detenuti scomparsi da Alcatraz all'inizio degli anni '60, c'era la possibilità di creare almeno altri 100 episodi, non soltanto 13. Dal punto di vista tutto italiano, sicuramente il prodotto è stato presentato non dico male, ma anche di più, allo spettatore, indovinando esclusivamente il giorno della programmazione (ogni lunedì). Mediaset ha provato con gli hashtag di Twitter, praticamente poco più di due ore prima dell'inizio della prima puntata con un debolissimo #AlcatrazITA spinto a suon di tweet da tutta la "forza lavoro" dell'azienda, da Guido Meda fino ad Aldo Serena (!!!), che non sono certo i Fiorello o i Laura Torrisi del microblogging. Ma lo sbaglio più grande che è stato fatto a Mediaset è stato quello di gigioneggiarsi a sbandierare una "contemporanea con gli Usa" che, di fatto, ha stroncato le possibilità di successo della serie qui in Italia.
Un episodio alla settimana in italiano ed uno in lingua originale ha fatto perdere tutto il pubblico meno avvezzo all'attenzione e all'arte della tv, riducendo quello che sarebbe dovuto essere l'eventone del Lunedì, ad una rimpatriata per mangia-serial-e-popcorn (ed io, ahimé, sono tra questi). Peccato, perché le premesse c'erano tutte. Alcatraz era una serie che prometteva davvero di far fuoco e fiamme, nonostante si fosse intuito sin dalle prime sequenze che non avresti mai potuto paragonarlo a quello che è stato Lost. E qui casca un altro difetto di gestione nell'immagine del marchio "Alcatraz": Fringe e Person of Interest nascono da JJ Abrams, nessuno si è sognato lontanamente di fare paragoni con quella rivoluzione bellissima che fu "l'isola". Ma sulle avventure dei detenuti del carcere di massima sicurezza si è giocato troppo ai confronti, dall'isola in se', dal "mistero misterioso" fino al personaggio di Diego Soto, intepretato da Jorge Garcia che è stato e resterà fino alla fine della sua carriera marchiato a fuoco con il personaggio di Hugo Reyes della serie sui "naufraghi della Oceanic". Anche perché è davvero troppo grande per nascondersi!