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Forse il reality show decade, noi però non abbiamo meriti

Ci si avvia al termine di una settimana di “verdetti” per la televisione italiana. La conclusione del Grande fratello e l’epilogo de L’isola dei famosi lasciano, da oggi, nell’incertezza di non sapere quali saranno le sorti di format decennali, oramai pilastri arrugginiti del linguaggio televisivo recente.
A cura di Andrea Parrella
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Il Grande Fratello giunge al termine. L'isola dei famosi, con la vittoria di Antonella Elia di ieri sera, pure. Accade nella stessa settimana. Se entrambi si avviavano verso uno spegnimento stanco, una fiamma pian piano tendente ad esaurirsi, è vero che sorte di questo tipo ha condizionato, quest’anno, solo il Grande fratello, capostipite della categoria, almeno in Italia. Non sono venuti a mancare solo i dati d’ascolto, quanto più che altro il riverbero mediatico cui, negli anni dei fasti, erano costretti anche i disinteressati: pur volendolo evitare, se ne sentiva parlare. E Mediaset ha percepito e agito di conseguenza, annunciando un anno sabbatico del format condotto da Alessia Marcuzzi e l’uscita, in qualità d’azionista, dalla società che lo produceva, la tanto rinomata Endemol.

Non è escluso che Mediaset stessa abbia condizionato gli eventi in modo da fare apparire quest’ultima come un’estrema conseguenza, a fronte dello scarso seguito, in luogo di qualcosa che fosse stato già prestabilito. È un’insinuazione che vuole solo rendere merito ad un gruppo,  quello di Cologno Monzese, che è difficile pensare si esponga in maniera così vulnerabile agli effetti dei dati d’ascolto di un programma, senza aver fatto una attenta previsione. Discorso leggermente diverso vale per L’isola dei famosi. A dispetto del cambio di guardia alla conduzione a scopo di sobrietà, ha avuto un riscontro di pubblico pari se non al di sopra delle aspettative, considerando le incertezze dell’anno scorso (la coppia Nicola Savino – Vladimir Luxuria non si inventa nulla di particolarmente accattivante, è probabile che il pubblico fosse stanco di Simona Ventura più che dell’Isola). È un segnale che dovrebbe senza dubbio assicurarne la riconferma, ma le sorti impercettibili e illogiche cui sono soggetti i vertici Rai, potrebbero portare a esiti e scelte culturali varie e altrettanto imprevedibili.

Da entrambi si avverte un atteggiamento stantio, trito e ritrito, riciclo delle precedenti edizioni per il Grande Fratello, un paradossale riciclo del riciclo per L'isola dei famosi. Che questa settimana non passi sottogamba: può sembrare un’aleatoria coincidenza, puramente simbolica, eppure il congiungimento temporale della conclusione stagionale dei due colossi, associato ai tentennamenti delle ultime edizioni, porta in seno la possibilità che la prossima stagione televisiva corrisponda, senza aver fatto una rivoluzione per meritarselo, al debutto di un nuovo ciclo. I crolli politici illustri di questa annata non fanno che corroborare questa ipotesi. Fosse vero, e non una speranzosa illusione, non è detto che quello nuovo sarà un ciclo meno decadente, solo nuovo. Si è aspettato che si esaurisse per darne notizia, nulla è stato fatto per destabilizzarlo.

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