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Fiorello sugli eventi di beneficenza per il terremoto: “Non mi fido”

Il mattatore catanese mette in guardia i suoi fan sugli eventi di beneficenza per il Terremoto, nel corso di una diretta su Facebook: “Lo so come vanno a finire queste cose, meglio la beneficenza privata”.
A cura di G.D.
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Fiorello in una diretta live mette in guardia i suoi fan sugli eventi di beneficenza per il Terremoto. Il mattatore catanese, in una diretta su Facebook, spiega di essere stato invitato già a 4 eventi diversi e di avere rifiutato perché non si fida di questo tipo di organizzazione.

La macchina della solidarietà è partita alla grande. Stiamo mandando tanti soldi per gli amici del Centro Italia e volevo dire una piccola cosa, però. Occhio: sono stato già invitato ad almeno 4 manifestazioni per raccogliere fondi. Occhio a queste manifestazioni che fanno nel mondo dello spettacolo. Se organizzi questi spettacoli e devi spendere soldi: non devolvi tutto. Devolvi tutto tranne le spese. Allora non lo fai. O si fa tutti beneficenza oppure non vale la pena farlo. Perché le spese sono tante per fare uno spettacolo, quindi occhio a chi organizza questi spettacoli. Ho ricevuto inviti a partecipazioni varie e allora vorrei mettere il punto su questa cosa e state attenti a chi organizza. Io mi fiderei di più se ad organizzare uno spettacolo sia una Onlus o un'associazione affidabile. La storia insegna che poi uno raccoglie soldi fa e dice ma se vai a vedere non sai dove vanno a finire questi soldi.

In maniera molto cristallina, Fiorello esprime i suoi dubbi e spiega di preferire, a questo tipo di soluzione, la beneficenza privata:

Lo so come funziona. Troppa gente dietro, troppi organizzatori mi fanno paura. Io quando vedo tutti sti cantanti che vanno a cantare mi fanno paura: "Sai metà abbiamo dato in beneficenza, metà li abbiamo dati a quello e a quell'altro". Per quanto mi riguarda, preferisco fare ognuno a modo suo. Faccio la mia beneficenza privata e sono fatti miei. Se dobbiamo fare queste cose: "tutti amici, andiamo a cantare", non c'è bisogno di cantare. Basta che doni e via.

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