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Che Dio ci aiuti: “Can Yaman ha creato scompiglio nel cast. Se sarà nella settima stagione? Vedremo”

Can Yaman guest star del finale di stagione di Che Dio ci aiuti 6. La sceneggiatrice Silvia Leuzzi ha raccontato a Fanpage.it cosa farà l’attore, come è stato accolto dal resto del cast e ha replicato all’indiscrezione secondo la quale Yaman sarebbe tra i protagonisti della settima stagione della serie. Inoltre, ha svelato come nasce la fiction record di ascolti.
A cura di Daniela Seclì
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Giovedì 11 marzo sarà possibile assistere all'attesissimo finale di stagione di Che Dio ci aiuti 6. Tra colpi di scena inaspettati e personaggi chiamati a prendere importanti decisioni, giungerà al termine questa edizione di grande successo. A impreziosire l'ultima puntata, la presenza di Can Yaman. Cosa farà l'attore? Sarà veramente nel cast della settima stagione? Fanpage.it ne ha parlato con Silvia Leuzzi, sceneggiatrice di Che Dio ci aiuti, che ha raccontato tutti i retroscena dell'amatissima serie.

La sesta stagione di Che Dio ci aiuti ha registrato uno straordinario successo negli ascolti. Che sapore ha questo riscontro in un momento tanto delicato?

Che Dio ci aiuti ha sempre avuto dei buoni ascolti, ma quest’anno per noi è stata una conferma importante. Una grandissima soddisfazione vista la grande difficoltà che abbiamo incontrato causa Covid nella scrittura e nella produzione. È stata una corsa contro il tempo. Pensa che abbiamo chiuso il montaggio in questi giorni. Il riscontro ci conforta.

Ho notato che a fine puntata tutti vogliono andare in convento. 

(Ride, ndr). È vero, io credo che una delle chiavi del successo di Che Dio ci aiuti sia la capacità di trascinare in un mondo accogliente, pieno di allegria e positività. Il mondo di cui oggi avremmo bisogno. Contiene tutti quegli ingredienti che purtroppo in questo momento drammatico della nostra storia ci mancano. Si affrontano temi profondi e delicati ma con il giusto messaggio di speranza.

Nell'arco di sei stagioni abbiamo assistito a una interessante evoluzione dei personaggi. Drastica ma credibile. Azzurra, ad esempio, da ragazza modaiola a novizia. 

Cerchiamo di creare delle persone a tutto tondo, costruendo personaggi con pregi, difetti, punti di forza e debolezze, che reagiscono e cambiano davanti alle esperienze della vita come tutti noi. Azzurra è uno dei personaggi che è cambiato di più, ma non ha tradito la sua vera natura. L’abbiamo incontrata come una ragazzina frivola, leggera nella prima stagione. Nel convento ha incontrato il grande amore, che l’ha cambiata. Poi purtroppo lo ha perso e ha dovuto fare i conti con questo dolore. Devo dire che ci odiano ancora tantissimo per la morte di Guido (ride, ndr). Ma se Azzurra è la donna che è oggi è anche per via di quella sofferenza.

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Ginevra, invece, da ex novizia si avvia all'altare.

Sì, l’abbiamo incontrata come un personaggio profondamente spaventato. Tentava di trovare nel convento la sua felicità, stava fuggendo dal mondo. Poi ha incontrato l’amore con Nico, ha scoperto che esiste un’altra vita possibile e ha deciso di viverla. Però questa decisione non l’ha snaturata. Lei continua a essere quella ragazza pura e un po’ ingenua.

In una delle ultime puntate c’era una scena in cui Nico – a bordo di un monopattino – organizzava un incontro velocissimo con Ginevra. Ricordava una scena di How I met your mother con Ted e Stella. È stata una citazione voluta?

Sì e gli utenti di Twitter l’hanno beccata subito. Noi ci divertiamo a strizzare l’occhio ai fan. Facciamo delle citazioni. C’è stata anche la scena in cui Nico all’altare chiama Ginevra con il nome di Monica, che ricorda quella di Friends in cui Ross si sbaglia e davanti al sacerdote dice Rachel anziché Emily.

Parliamo invece dei casi di puntata, come nascono? Vi ispirate a storie vere?

Prendiamo spunto dall’attualità e dalla cronaca, ma nello stesso tempo ci basiamo anche tanto su esperienze personali. La serie è piena di ispirazioni tratte dalla nostra vita. Cerchiamo, però, sempre di trovare un punto di vista interessante per aprire un dibattito. Non ci facciamo spaventare dall’essere in un convento di suore, abbiamo affrontato tantissimi temi come il revenge porn, il bullismo, l’alcolismo giovanile, la fecondazione assistita.

Proprio relativamente ai casi di puntata, in questi giorni è sorta una polemica relativa ai finti stupri raccontati nelle fiction Rai. È accaduto in Mina Settembre, ne Le indagini di Lolita Lobosco e in Che Dio ci aiuti. In quest’ultimo caso, la sorella di Nico denuncia una violenza mai subita per riscattare l’amica che si è suicidata dopo essere stata stuprata dal suo professore. Come replichi alle critiche? 

Lungi da noi sminuire le donne, cerchiamo di fare proprio il contrario. Ho appreso della polemica, ci tengo a precisare che non ho avuto modo di vedere i casi raccontati nelle altre fiction. Nel nostro caso, però, non era un finto stupro e basta. Si trattava di una storia ispirata a un romanzo di McEwan. Da lì, abbiamo tratto questa dinamica di una donna che denuncia uno stupro per conto di un'amica. È vero che la nostra protagonista, all'inizio della storia, simula uno stupro, ma lo fa per riscattare un'amica che è stata veramente violentata, ma non ha avuto la possibilità e il coraggio di denunciare il professore. È una bugia a metà. Il fatto è veramente successo nei termini in cui lei lo racconta. Miriam dà voce a una donna che non può più parlare. Il messaggio voleva essere proprio questo: dare voce anche a chi la voce non ce l'ha più. Nella serie Che Dio ci aiuti siamo molto attenti alla rappresentazione delle donne. Cerchiamo sempre di uscire dagli stereotipi, di portare dei messaggi positivi. Credo che questo sia sotto agli occhi di tutti. Anche nel caso da noi raccontato, per quanto la protagonista lo faccia a fin di bene, alla fine ritira la denuncia e ammette di non avere davvero subito una violenza.

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Un elemento molto forte di Che Dio ci aiuti sono le guest star. Viene prima la trama e poi la scelta dei volti noti o viceversa? 

Le guest star sono delle chicche che mettiamo in un secondo momento. È un modo per rompere il muro che esiste tra mondo reale e quello della finzione. Cerchiamo di puntare su guest star che possano piacere al nostro pubblico, che è anche molto giovane. In passato, ci sono stati Benji e Fede, Raimondo Todaro…

Nell’ultima puntata ci sarà Can Yaman, cosa puoi anticiparmi a riguardo?

Can è un attore amatissimo, affascinante e anche molto bravo. Nell’ultimo episodio ci offre con la sua presenza un cameo davvero molto divertente. Con lui, Azzurra dovrà affrontare l’ennesima tentazione. Cercherà in tutti i modi di evitarlo, ma Can non passa facilmente inosservato. Sicuramente ci sarà da divertirsi. Tra l'altro ci siamo resi conto che nel convento ci sta benissimo, è ben integrato nel mondo di Che Dio ci aiuti.

Reciterà in italiano?

Sì, sì, ho visto che in Daydreamer è doppiato. Noi lo facciamo recitare in italiano con la sua voce.

Mi racconteresti un aneddoto legato al set che lo riguarda?

So per certo che ha creato un po’ di scompiglio nel cast non solo femminile ma anche maschile. Ovviamente si crea sempre quella situazione da galletti nel pollaio (ride, ndr), è stato molto divertente. Anche perché quest’anno tra Stefano De Martino e Can Yaman, diciamo che in Che Dio ci aiuti non manca la bellezza, sia negli uomini che nelle donne.

Come è stato accolto dal resto del cast?

È stato accolto benissimo. Mi hanno detto tutti che si sono trovati molto bene con lui, che è una persona carina, gentile, disponibile, che si è divertito tantissimo a fare questo cameo. Anche il regista si è trovato molto, molto bene. Vi assicuro che ci sarà da divertirsi.

C’è chi sostiene che la presenza di Can Yaman nell’ultimo episodio sia un modo per annunciare che farà parte della settima stagione. Quanto c’è di vero?

Non posso ovviamente fare alcun tipo di spoiler. Non posso darti informazioni a riguardo però sì, potrebbe essere anche un lancio per qualcosa di più. Già è stato difficile finire questa stagione, ci sarà il tempo per pensarci.

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