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Fedez su Facchinetti: “Per smentire che è figlio di papà andrà con lui a The Voice”

A Le invasioni barbariche Fedez ha parlato della sua carriera, ma anche della sua vita privata: dall’adolescenza complessa al successo musicale, fino a X Factor e al rapporto con i giudici.
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È ricominciato "Le invasioni barbariche", il programma condotto da Daria Bignardi che quest'anno compie 10 anni e che dal 2005 racconta la politica, la tv e la cultura. Questa sera su La 7 i protagonisti sono stati, tra gli altri, il Premier Matteo Renzi, il regista Gabriele Muccino, il rapper e giudice di X Factor Fedez e il disegnatore Gipi che firma anche i disegni della copertina della trasmissione. Fedez, che non ha mai nascosto le sue simpatie per il Movimento di Grillo, comincia dedicando al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, "che va in vacanza con l'aereo di Stato", "Pop-Hoolista" tratta dal suo album omonimo, prima di partire dalla sua esperienza a X Factor, ovvero la sua seconda vita, dopo quella di rapper che gli aveva dato già fama e dischi di platino, pur non essendo conosciuto al grande pubblico.

L'esperienza a X Factor

"Il pubblico generalista mi vedeva come il ragazzo tatuato. Alla fine è andata bene perché le aspettative erano zero. Comunque è stato formativo ed è stata un'esperienza molto forte sia a livello emotivo e professionale". Fedez, poi, ha spiegato il rapporto con gli altri giudici e di un'esperienza che si aspettava diversa: "Morgan geloso? Non so. Eravamo ai poli opposti del tavolo e umanamente e quindi ci attraevamo in maniera forte, però era un rapporto vero a differenza di quello con gli altri. Con Victoria comunicavamo male, Mika è una bravissima persona però non c'era un rapporto umano. È stato come quando vai in gita con la scuola, ti aspetti tanto e non succede un cazzo. L'anno prossimo rifarei X Factor per motivi economici anche perché mi sono proposto io. Sapevo che c'era un altro rapper in lizza e così ci ho provato. Loro non mi volevano, poi il primo maggio sono andato a fare un provino e il giorno dopo mi hanno richiamato".

La vita privata: adolescenza, droga e mamma

Fedez racconta la propria vita, passando da quando era grasso al rapporto con droga e alcol, fino a quello con la madre, unica persona di cui si fida: "Da bambino ero in carne tendente al grasso. Non sono mai stato simpatico, ero diverso. Venivo dalla periferia dove a tutti piaceva il calcio, la musica elettronica etc, ma a me piaceva il punk, non giocavo a pallone ed ero un pesce fuor d'acqua. Non ero ben inserito e avevo pochi amici. Crescendo ho avuto tutte le fasi di droga e alcol (fase tra i 16 e i 18 anni), ma ci sono venuto a contatto con le droghe in discoteca e non nei centri sociali che ho frequentato. Ho avuto abbastanza traumi e ho dovuto riprendermi fisicamente e mentalmente". Poi il rapper ha parlato di sua madre – a cui ha fatto fare dei tatuaggi – e del fatto che è l'unica persona di cui si fida: "In questo ambiente c'è bisogno di gente di cui fidarti e posso fidarmi solo di lei. Io ho un'etichetta che si chiama Newtopia e lei gestisce tutto con me. Ma io sono un artista anomalo, i contratti discografici e di sponsor li seguo da solo, ho imparato a leggere i contratto, perché se devo fare cagate meglio che sbagli io".

La polemica con Francesco Facchinetti

Fedez torna anche sulla polemica che l'ha visto protagonista assieme a Francesco Facchinetti e lo fa riaprendo la polemica: "Per smentire il fatto che è un figlio di papà andrà col padre a The Voice – dice Fedez, il quale spiega di avere un pregiudizio nei confronti dei figli di papà: "Ripudio i figli di, forse perché non lo sono. Se ha scritto "La canzone capitano" è grazie al padre, insomma, io credo nel merito e lui non lo rappresenta. Tutto è nato dopo un'intervista in cui parlavo di questo pregiudizio: spiegavo come Facchinetti porti avanti un percorso come il mio, di merito verso i giovani".

Facchinetti non ha perso tempo e sulla sua pagina Facebook ha subito risposto in maniera ironica: "Dopo aver visto le Invasioni Barbariche voglio lanciare un messaggio: "Fedez, basta parlare di me. Se mi ami, passa alle rose rosse".

Non mi sento di rappresentare il rap

Sul suo rapporto col rap e con l'ambiente Fedez spiega che alla fine non si sente di rappresentare la scena, ma semplicemente di fare quello che gli piace: "Io sono un diversamente rapper non ho spirito di appartenenza, non mi sento di rappresentare questo genere. Alla fine non mi sento niente, faccio quello che mi piace fare. Io mi sfogo, quindi parlo di quello che ho in testa. Semplicistico ridurre a definizione quello che faccio. La raccomandazione è importante nello spettacolo, ma non nella musica che è un ambiente meritocratico. Io giravo i miei video, li mettevo su internet e ho avuto la fortuna che alla gente è piaciuto".

"Il mio lavoro da produttore"

"Produco artisti che non verrebbero prodotti da multinazionali e non è facile. Ora ho Fragola che va a Sanremo, ma anche Madh. Spero che vadano molto meglio di meglio, a differenza mia che non guadagno un cazzo. Alla fine sono l'unico giudice che ha preso le redini del progetto, ma lo faccio per dimostrare che esiste una discografia diversa. Questo ormai è un ambiente in cui devi maturare velocemente. Ai ragazzi spiego che non esiste più Cecchetto: una volta la fetta era grande, ora l'artista deve essere manager di se stesso, devi imparare ad autogestirti".

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