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Federica Pellegrini: “Non lascio il nuoto, l’ho detto perché delusa. Punto a Tokyo 2020”

Intervistata da Silvia Toffanin a Verissimo, Federica Pellegrini fa marcia indietro rispetto alla decisione di lasciare il nuovo dopo la delusione di Rio 2016: “Quelle parole erano frutto della delusione, ma ho bisogno di un’altra gara”. La nuotatrice punterà a Tokyo 2020.
A cura di Stefania Rocco
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Nella prima puntata di “Verissimo”, Silvia Toffanin ha intervistato Federica Pellegrini dopo la delusione legata alle Olimpiadi di Rio 2016. La nuotatrice non è riuscita a vincere la medaglia per la quale si era preparata per 4 anni e, non ancora metabolizzata la sconfitta, aveva lasciato trapelare il suo desiderio di lasciare il nuoto a livello agonistico. Oggi riformula quel pensiero, e aggiunge che le parole pronunciate a mezzo social dopo la gara erano state solo il prodotto della sua enorme delusione:

All’inizio è stata un’estate un po’ dura. E’ logico che la mia vita per adesso è il nuoto. Prepararsi quattro anni per un’Olimpiade, dopo la grande delusione che è stata Londra 2012. Ci credevo, ci credevo tanto. Eravamo arrivati pronti, perché quest’anno è stato bello come pochi fino a Rio e fino a quei 20 centesimi che mi hanno fatto perdere la medaglia. Sì, onestamente, a caldo, dopo la gara ero talmente tanto delusa da questi 20 centesimi (che è un niente)… e noi nel nuoto, ogni volta che entriamo in acqua, lo sappiamo che si vince di centesimi e si perde di centesimi. Quindi, ho detto: ‘mi sento un po’ stufa di dover fare i conti con questi centesimi ogni volta, dopo anni di duri allenamenti e sacrifici’. Dopo la gara, onestamente, ero stufa di fare i conti con queste minime distanze che ti fanno perdere o vincere. Poi, insomma, l’amore che porto per questo sport mi ha fatto fare un’altra scelta. Ho deciso di darmi un’altra chance. Il mio prossimo obiettivo quest’anno, a fine luglio, inizio agosto, saranno i mondiali di Budapest e poi c’è Tokyo 2020. Se riuscirò a qualificarmi per questa Olimpiade, sarà la mia quinta volta e, a 32 anni, per il nuoto, è un’età abbastanza avanzata. Ho deciso di crederci e ci credo fortemente, da questo arriva la mia scelta di andare avanti.

Pellegrini: “Magnini è importante, mi stimola a fare bene”

Federica rende merito al suo compagno Filippo Magnini di averla spinta ad andare avanti dopo la delusione di Rio, sebbene anche lui sia rimasto sconvolto dall’esito delle gare:

È molto importante. Averlo di fianco ad ogni allenamento per me è molto stimolante. Sa dirmi le cose giuste e capisce cosa io possa provare. In allenamento, poi, Filippo è un osso duro. Dopo la gara eravamo tutti sconvolti. Io, lui, il mio allenatore, la mia psicologa e il mio fisioterapista. Mi sono venuti incontro subito e devo dire, se possibile, che forse loro erano più dispiaciuti di me. Perché non c’è stato niente di sbagliato durante l’anno: gli allenamenti, le gare erano tutte andate bene, addirittura migliorando i miei personali. Certo, sapevamo di dovercela giocare, poiché i 200 stile libero stanno diventando una gara sempre più veloce ed io sto diventando sempre più vecchia. Ti confronti con giovani che, ovviamente, stanno migliorando e crescendo e tu devi limare il massimo, il centesimo. Poi arrivi lì, fai tutto quello che è giusto, ma non prendi la medaglia. È logico che ti prende una gran rabbia. Presa la decisione di continuare, la forza la ritrovo. Perché voglio darmi un’altra chance, rimettermi a nuotare e fare tutti sacrifici che ho fatto l’anno scorso per poi giocarmela com’è sempre stato. Ho bisogno di un’altra gara, anche se vincere sarà sempre più difficile. Però se avessi smesso adesso avrei lasciato qualcosa in sospeso e a me non piace lasciare le cose in sospeso. Diciamo che mi piacerebbe chiudere questo ciclo e spero di farlo come vorrei io.

La campionessa si esprime quindi sui casi di doping che hanno funestato le Olimpiadi:

Se un giorno mia figlia volesse seguire le mie orme le direi assolutamente di sì. Il nuoto è uno sport sano. Nella mia vita ho sempre e solo nuotato, per cui non so paragonarlo ad altri sport, ma conosco molto bene il mio e posso dire che è uno sport sano. Purtroppo è sempre più intaccato dall’ombra doping a livello internazionale. Si legge anche da qualche giorno sui giornali questa ‘guerra fredda’ tra Russia e America, con nomi molto importanti che sono venuti fuori e che verranno fuori. Insomma, l’ombra di questo doping aleggia molto e si sente anche durante le gare: vedi fisici cambiare di tre mesi in tre mesi e, soprattutto per una donna, questo è impossibile. Però consiglierei a mia figlia di farlo perché in Italia ancora tutto questo non esiste.

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