Federica Pellegrini, monologo Le Iene: “Definita mangiauomini, il mio coach era il ‘pene dell’anno'”
Federica Pellegrini ha affiancato Nicola Savino nella puntata de Le Iene trasmessa martedì 7 dicembre. Anche lei, come le donne che l'hanno preceduta, si è ritagliata del tempo per dire la sua. Il suo monologo è incentrato su cosa significhi essere una donna che primeggia nel nuoto e che, secondo quanto racconta, si scontrerebbe costantemente con i pregiudizi degli uomini:
"Qui molte donne in queste settimane hanno parlato del proprio vissuto e delle proprie idee, e stasera tocca a me. Io non mi sono mai sottratta al confronto: so di avere carattere, e non me ne vergogno. Mi sono sempre battuta per ciò in cui credo, mi sono esposta ed ho difeso le persone che amo, pagandone le conseguenze. Fa parte del gioco. Quindi ho accettato, ci ho pensato, e c’è una cosa che mi ha fatto riflettere in particolare: in tutti questi anni, in cui ho gareggiato contro le donne, perché mi sono dovuta confrontare molto più spesso con gli uomini? Uomini che mi aspettavano al varco sia che vincessi, sia che perdessi".
Il monologo di Federica Pellegrini a Le Iene
Federica Pellegrini, dunque, ha rimarcato la differenza con cui vengono giudicate le donne rispetto agli uomini nello sport e nella vita. Atleti che si sono spinti a giudicare la sua vita privata, etichettandola come "mangiauomini" o che hanno definito "il tuo pene dell'anno", il coach che la nuotatrice aveva difeso. Ecco il testo integrale del monologo:
"Se cadi sei un’atleta finita, e se stai in piedi sei una principessa messa su un piedistallo. Piedistallo che, in ogni caso prima o poi paghi, perché se un uomo vince e ne va giustamente orgoglioso, è un bomber, se una donna vince e ne va giustamente orgogliosa, se la tira. Così stanno tutti in attesa del disastro, tipo “guardiamo dallo spioncino che succede”, che se va male usciamo sul pianerottolo a festeggiare. Uomini che giudicavano la mia vita privata, perché se sei un atleta maschio e hai delle relazioni sei un uomo di successo, se sei un’atleta donna e hai delle relazioni sei la mangiauomini. Come quel figlio di un allenatore di nuoto, che quando ho difeso il mio coach ha twittato “eh sì, è lui il tuo pene dell’anno”. Una finissima analisi sportiva…che poi mi chiedo, perché “il pene dell’anno”? È annuale, tipo il bollo della macchina? Uomini che a 16 anni, alla mia prima olimpiade, quando ero alle prese con l’acne come tutte le adolescenti di questo mondo, in radio commentavano “sarà il testosterone”. Quante risate. Uomini che, nel mio lavoro, hanno il diritto alla vittoria perché tutti gli sport che tu, donna, hai iniziato a praticare, li hanno praticati prima loro, li hanno eseguiti meglio loro, li hanno inventati loro. Perché gli sport importanti “sono sport da uomini”. Perché le cose importanti “sono cose da uomini”. È tempo di bilanci, e allora stasera a questi uomini dico che se così vi è piaciuto pensarmi, sono contenta vi siate divertiti, almeno voi. Agli altri uomini, quelli della mia vita, dico grazie per avermi dedicato uno sguardo che ha creduto nei miei occhi, nella mia forza, nella mia bellezza. Sono gli uomini che contano per me: quelli che non hanno bisogno di cose da uomini. Ah, esistono anche donne stronze, è ovvio. Ma mi hanno chiesto di parlare per qualche minuto, non per pochi secondi".