Federica Pellegrini: “Ho sofferto di bulimia e di attacchi di panico”
Siamo abituati a immaginare Federica Pellegrini come una campionessa tutta d'un pezzo: ospite a L'intervista di Maurizio Costanzo, nella puntata in onda giovedì 19 ottobre a mezzanotte su Canale 5, la nuotatrice mostra invece tutta la sua umanità e le sue fragilità, raccontandosi forse come mai prima d'ora. Tra i temi affrontati, i problemi di bulimia e la crisi dopo la morte dell'allenatore Alberto Castagnetti.
I problemi di bulimia
Reduce da una splendida vittoria agli ultimi mondiali di nuoto e dalla rottura (definitiva?) con Filippo Magnini, l'atleta ripercorre ai microfoni di Costanzo la sua carriera, ma anche i momenti più bui. Tra questi, una fase difficile in cui ha dovuto fare i conti con la bulimia.
C'è stato un periodo della mia vita… in cui ho avuto qualche problemino di natura alimentare… Non l'anoressia, vomitavo. Era bulimia. Non è durata tanto, per fortuna, perché ho cercato subito aiuto. Però, insomma, l'ho fatto qualche volta, purtroppo.
La perdita di Alberto Castagnetti
Federica ha quindi ricordato la perdita dell'affezionato allenatore Alberto Castagnetti, scomparso a 66 anni nel 2009. Veronese come lei, è stato il coach che l'ha aiutata a salire ai massimi livelli del nuoto mondiale, ma anche un carissimo amico.
Io arrivo al 2006 a un Europeo in vasca lunga che avevo una spalla massacrata e
non riuscendo neanche a gareggiare nei 200 stile libero, Alberto mi prese proprio per i capelli e mi portò a Verona… da lì, settembre 2006 ho cambiato tutto. È stato il periodo in cui ho tatuato l'araba fenice come animale guida e grazie a lui, sportivamente parlando, sono rinata. Poi negli anni è nato anche qualcos'altro che purtroppo non è durato molto. Queste cose ti portano via il cuore. Diciamo che nessuno si aspettava che lui non ce la facesse perché ci avevano detto tutti che era un’operazione di routine… sempre al cuore però un'operazione di routine… poi ci sono state delle complicanze e purtroppo non ce l'ha fatta. Ci è crollato il mondo addosso, soprattutto umanamente e ovviamente nei mesi successivi sportivamente, perché comunque era il mio mentore e quindi non sapevo veramente a chi affidarmi. Le sicurezze che mi ha dato lui in allenamento poi ho provato a cercarle per tanti anni.
Le crisi di panico
La forza della campionessa in grado di vincere 138 medaglie d'oro nella sua carriera fa insomma i conti con le fragilità della donna: "Il primo attacco di panico che ho avuto è stato nel novembre 2008 durante una gara, un meeting italiano. Non una gara importante, però avevo appena vinto l'Olimpiade e c'erano molte pressioni esterne, anche pressioni che facevo io su me stessa. quindi mi ha scatenato questa cosa che è nata anche per un problema fisico … ho scoperto di essere asmatica quindi sotto sforzo respiro molto meno".