Fazio, Conti e Angela sono la prima scelta della Rai, per Giletti 12 prime serate
C'è un assedio mediatico senza precedenti dopo la notizia del rinnovo contrattuale che la Rai ha offerto a Fabio Fazio. Un pacchetto quadriennale da 2.2 milioni di euro a stagione per un totale di 8.8 milioni che ha scatenato reazioni politiche veementi contro l'azienda pubblica, da Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza ed esponente del M5S, che ha definito Fazio un "comunista classico con il cuore a sinistra e il portafogli a destra" fino a Salvatore Margiotta, senatore Pd, che ha usato un paragone calcistico per il conduttore, definito come un "Mauro Icardi" che ha alimentato voci sul suo trasferimento al fine di avere un ritocco sull'ingaggio.
Ma dai piani alti di Viale Mazzini arrivano ben altre voci. Il Corriere della Sera scrive di un Mario Orfeo, neo direttore generale Rai, felice e raggiante. Il dossier su Fabio Fazio e sugli altri conduttori di punta era cosa nota da tempo, sul tavolo sin dal primo giorno d'insediamento dell'ex direttore de "Il Mattino", "Il Messaggero" e di Tg1 e Tg2. Un uomo abituato alle pressioni politiche e che conosce bene il gioco delle parti dopo un annuncio di tale portata, con contestazioni politiche legittime che non vengono sottovalutate ma che vengono messe in relazione con quelli che sono i reali bisogni dell'azienda pubblica.
In sostanza, per Mario Orfeo personaggi come Fabio Fazio, Carlo Conti e Alberto Angela sono una risorsa indiscutibile, veri e propri "pezzi pregiati" della Rai in grado di far guadagnare tanto in pubblicità. Un loro addio, parole di Mario Orfeo, "rappresenterebbero un grande impoverimento dell'offerta Rai". E Massimo Giletti? Sul tavolo c'è la proposta, anche questa nota da tempo a fronte del ritorno di "Domenica In" nella sua modalità classica. Per il giornalista, al posto de "L'Arena", ci sarebbero 12 grandi prime serate su Rai1, un bisogno, e assieme un desiderio, che Massimo Giletti ha fatto presente da tempo. Sarebbe in questo modo accontentato, difficile immaginarlo altrove a questo punto.