Fabrizio Bracconeri: “Mio figlio ha il pannolone ed è idrofobo, l’autismo distrugge certe famiglie”
È drammatica la condizione che vive Fabrizio Bracconeri e, come lui, i genitori di ragazzi autistici. Intervenuto al Maurizio Costanzo Show, l’attore ha denunciato di essere stato abbandonato alla sua condizione di padre in difficoltà, condizione comune a tanti italiani, in alcuni casi anche meno “fortunati”. Il figlio di Bracconeri compirà 18 anni a breve, ma le sue esigenze costringerebbero i genitori a farsene carico come se si trattasse di un neonato. Da qui l’appello alle istituzioni affinché casi come questo beneficino di un’assistenza completa.
La denuncia di Bracconeri
Fabrizio, che aveva già parlato delle condizioni del figlio, non vive un’esistenza serena. Racconta di essersi accorto che qualcosa non andava già pochi mesi dopo la nascita. Da qui i controlli sanitari che hanno portato alla diagnosi: “A ottobre compirà 18 anni. Ci accorgemmo che qualcosa non andava quando mio figlio aveva 2 mesi. Io stavo lavorando e mia moglie, accompagnata da Chiara Giordano, ex moglie di Raoul Bova, lo portò a fare una visita al Bambin Gesù. Ci dissero che forse era sordo, oppure cieco, l’autismo non era ancora diagnosticato”.
Intere famiglie in ginocchio
Una malattia di questo tipo, soprattutto se in una forma tanto complessa, costringe intere famiglie a riorganizzare la propria esistenza, talvolta in maniera dolorosa. Lo stesso Bracconeri è stato costretto a trasferirsi da Roma a Erice, in provincia di Trapani. Solo a tanti chilometri da casa sua sarebbe riuscito a ottenere il supporto di un centro specializzato:
Mio figlio ha una forma grave di autismo, che si associa a ritardo mentale. Non parla, ha il pannolone ed è idrofobo. L’idrofobia è la paura dell’acqua per cui, avendo il pannolone, diventa un problema lavarlo. Io mi considero ancora fortunato, posso qualche volta uscire la sera e permettermi di pagare una persona che stia con mio figlio a 35 euro l’ora. Se esco a mangiare una pizza, mi costa 50 euro come a tutti, ma a quella cifra vanno aggiunti altri 80/100 euro di spese accessorie, perché è necessario che qualcuno rimanga a casa con lui. Purtroppo ci sono famiglie rovinate da questa malattia. Non hanno una vita. Non posso prendere un aereo o fare un viaggio lungo in macchina. Anche andare al supermercato è un problema. Mi sono dovuto trasferire da Roma a Erice per stare vicino a un centro che seguisse mio figlio. Nessuno immagina queste catastrofi familiari. Un’associazione della quale non faccio il nome mi aveva chiesto 16 mila euro per togliere il pannolone a mio figlio, e non ci siamo riusciti. Una famiglia monoreddito, con un problema di questo tipo, come fa?