Fabrizio Bracconeri: “L’Italia aiuta immigrati e lascia sole persone con handicap”
Fabrizio Bracconeri ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, racconta la sua vicenda complicata in famiglia, con un figlio affetto da autismo e dà alla conduttrice anche una motivazione per alcune sue uscite pubbliche controverse, avvenute negli ultimi mesi, soprattutto tramite il social network Twitter. Il primo argomento affrontato fa riferimento all'annuncio della depressione cronica della quale soffre, da ormai 13 anni, cosa che ha annunciato pubblicamente proprio qualche settimana fa:
Forse il termine depressione è un po' abusato. Io ne soffro da 13 anni. Quando arrivò cominciai a prendere il prozac, prima di chiedermi se fosse giusto dipendere da un farmaco. Ho smesso, sono stato meglio, prima di avere una ricaduta recente, anche dovuta ai problemi di famiglia. E' normale che uno non è che debba per forza ammazzarsi se è depresso, però è chiaro che, dover lasciare la propria città e trasferirsi per dare un futuro ad un ragazzo di 13 anni che sta male, può essere difficile.
Ecco che apre alla questione più importante, quella di suo figlio Emanuele, 13 anni, che soffre di autismo dalla nascita, una forma di handicap che richiede cure molto costose e difficili da sostenere. Si tratta di una spesa che, dice Bracconeri, costa circa 2400 euro al mese, una terapia di 50 euro per ora, che ovviamente obbliga anche a cercare un modo perché la famiglia, afflitta da questo problema, possa avere una vita, "Perché possa andare a mangiare una pizza la sera". Di fronte all'immobilismo statale Bracconeri motiva anche il sentimento di contestazione che l'ha portato a candidarsi con Fratelli d'Italia alle elezioni europee dello scorso maggio e a prendere una posizione piuttosto dura nei confronti di alcune tematiche:
Di fronte ad uno Stato assente mi sono chiesto: "Ma è giusto che in Italia dobbiamo accettare tutti questa extracomunitari ed assisterli, lasciando sole queste famiglie? Assistete anche persone che arrivano dalla Libia, ma aiutate anche le famiglie che hanno figli con problemi e non possono mangiare".
Silvia Toffanin gli fa una domanda cruciale, sintetica, relativa al rapporto che in questi casi si può intessere con il concetto di fede: "Tu credi in Dio?". La risposta dell'attore e conduttore, non lascia spazio ad interpretazioni:
Io credo in Dio perché credo che questo è un regalo che possa farti Dio, che ha scelto me e mia moglie dandoci un peso del genere. Perciò dico grazie per averlo dato a me e non ad una persona che non possa curarlo. Ma il segnale che Dio mi ha dato è stato darmi un istituto statale, completamente gratuito, finanziato dalla Regione Sicilia, che si trovava vicino ad una casa che qualche anno comprai ad Erice, proprio in Sicilia.