Fabio Volo: “Non ho un grande talento, ma mio padre mi ha insegnato la cultura del lavoro”
Conduttore sulla cresta dell'onda con "Le Iene", attore presto in sala con "Un paese quasi perfetto", doppiatore in "Kung Fu Panda 3": Fabio Volo – che è anche scrittore e dj – si racconta nella nuova puntata di "Verissimo".
La mia fortuna è che non sono propriamente un attore o uno scrittore o un dj. Sono tutto e non sono nulla di tutto questo. Ad un certo punto della mia vita ho deciso di raccontare il mondo che vedevo con vari mezzi. Ho fatto quello che fanno i social network, 15 anni prima, condividere quel che sento e che vedo. Non ho un talento particolare, ma credo di aver ottenuto i miei risultati grazie a mio papà che mi ha insegnato la cultura del lavoro. Purtroppo, dalla mia generazione in avanti alla cultura del lavoro si è sostituita la cultura dell'occasione. Nella vita spesso devi avere il coraggio di non piacere.
La perdita del padre
Il padre di Volo è morto meno di due anni fa. Immancabile la domanda "emotional" della Toffanin, sul rapporto con il genitore e sul duro momento del lutto:
Sono riuscito ad affrontare la perdita di mio padre solo perché sono riuscito a dirgli tutto quello che volevo dirgli e viceversa. Abbiamo stabilito un libero scambio di emozioni e ci siamo detti quanto ci amavamo. Questo mi ha permesso di sopportare meglio la sua perdita.
"I figli? La cosa più bella, insieme al rapporto di coppia"
Infine, una riflessione sul mestiere di papà: Volo è sposato con l'istruttrice di pilates islandese Johanna Hauksdottir, da cui ha avuto i figli Sebastian e Gabriel.
I miei figli sono una delle cose più belle del mondo, ma anche la relazione di coppia con la mia compagna Joanna è fondamentale e loro sono il frutto di questo amore. L'ho scritto sul mio ultimo libro: non c'è niente di peggio per una coppia che avere un figlio! Perché i figli non uniscono, se non hai un rapporto vero con l'altra metà.