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Eurovision 2022 a Torino, la sindaca Appendino: “Ci preparavamo dal 2017 quando c’era Gabbani”

La sindaca Chiara Appendino racconta in un’intervista a Fanpage.it perché Torino fosse più pronta delle altre città ad accogliere un evento come l’Eurovision 2022. L’amministrazione si era iniziata a preparare dal 2017, quando Gabbani gareggiava dopo la vittoria a Sanremo di Occidentali’s Kharma. Le cose, però, non andarono come si sperava.
A cura di Andrea Parrella
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L'Eurovision Song Contest 2022 si farà a Torino, come deciso pochi giorni fa da EBU. La città che ospiterà l'evento era tra le 17 candidate che hanno partecipato al bando reso disponibile da Rai, battendo la concorrenza delle principali città italiane, da Roma a Milano, passando per Bologna, Rimini e Pesaro (arrivate nella shortlist delle ultime cinque città in lizza).

Le parole di Chiara Appendino sull'Eurovision

Un successo per Torino che renderà la città una delle più in vista d'Europa quest'anno, anche per la compresenza di un altro evento di grande rilievo sportivo come le Atp Finals di tennis, in scena a novembre. Un'assegnazione che non è stata affatto scontata come si pensava. A spiegarlo in un'intervista a Fanpage.it è l'attuale sindaca di Torino, Chiara Appendino, che ha parlato del ruolo dell'amministrazione nella corsa all'Eurovision, svelando un particolare: "Come città ci eravamo già interessati a Eurovision nel 2017 quando con la partecipazione di Gabbani c'era un'aspettativa di vittoria alta". Il riferimento è all'edizione alla quale prese parte Francesco Gabbani dopo la vittoria a Sanremo con Occidentali's Kharma. Nonostante le speranze, le cose non andarono così bene: "Avevamo iniziato a studiare il dossier per la candidatura e quindi con la vittoria dei Maneskin siamo ripartiti con un piccolo vantaggio per il lavoro già fatto, ma non abbiamo mai avuto la sensazione di poter vincere sin dall'inizio. L'attesa è stata lunga, visto che la comunicazione ufficiale doveva arrivare ad agosto".

"Una candidatura della città"

Un iter, quello della preparazione all'Eurovision, che non è stato affatto semplice, spiega la sindaca: "Il dossier è iniziato a luglio e bisognava consegnare entro agosto. C'è stata una prima fase, tutta interna all'amministrazione, di dialogo con i soggetti coinvolti, penso al Pala Alpitour e tutti gli aspetti legati all'accoglienza. Questa fase ha portato alla realizzazione di un video di presentazione. Poi c'è stata la seconda parte, quando è iniziato il dialogo competitivo, che ha visto il coinvolgimento di tanti attori del territorio che ci hanno accompagnato nel percorso". Al netto di tutto, la sindaca non sembra in alcun modo voler indirizzare su di sé tutti i meriti:

Non è una candidatura dell'amministrazione, ma della città tutta, e della Regione. Solo così è diventata sempre più forte. Al di là del volerci mettere il cappello, mi auguro che il prossimo sindaco sentirà suo questo evento. Solo così si potrà fare la differenza.

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