Ermal Meta: “Non volevo diventare padre perché avevo paura di essere come il mio, ora ci penso”
Ermal Meta si è raccontato nella puntata di Verissimo trasmessa sabato 11 dicembre. L'artista ha parlato del traguardo dei 40 anni, del desiderio di diventare padre un giorno e di quanto sia sacra la normalità. A Silvia Toffanin, che gli chiedeva di tracciare un traguardo dei suoi primi 40 anni ha raccontato di un viaggio bellissimo ma anche molto difficile:
"Sono un neoquarantenne. Mi sento bene. È stato un viaggio bellissimo, ma sicuramente anche difficile. Nella musica si vede soltanto quello che si fa sul palco, ma dietro ci sono un sacco di cose che non si vedono. Per scrivere ti devi scardinare dentro e a volte ti fai molto male. Le canzoni sono dei fiori quando vengono fuori, però spesso le loro radici sono molto amare. Non si possono vedere, però fanno male. Ci convivi, ti rendono più forte. Quando decidi di fare il musicista, decidi di aprire il tuo stomaco totalmente. Io non avevo capito che dovesse essere così fino a qualche anno fa. Pensavo bastasse planare in superficie. A volte è sufficiente, però c'era qualcosa che non funzionava. Non arrivavo alle persone. Mi sono chiesto: ‘Perché non mi si fila nessuno? Magari non valgo o forse non do qualcosa che vale'. Ho pensato che alle persone devi dare qualcosa di vero. Quando te lo togli da te per darlo a un altro, fa per forza male. È una parte di te. Quando l'ho fatto è successo un miracolo. Ho cominciato a strappare pezzi di me. E la gente mi ha voluto bene, però ogni cosa ha un costo".
Il desiderio di diventare padre in futuro
Ermal Meta non ha mai nascosto di avere avuto un padre violento, con cui ha troncato ogni rapporto nel 1990. L'artista ha spiegato che per tanto tempo si è convinto di non volere avere figli, proprio perché influenzato dal rapporto conflittuale con suo padre:
"Ho pensato per tanto tempo di non voler diventare padre. Non avrei mai voluto correre il rischio che un bambino pensasse di me, quello che io ho sempre pensato di mio padre. Avevo molta paura di questa cosa qui. Da un po' di tempo, qualcosa dentro di me è cambiato. Forse, però. Non lo so. Ti direi di sì, che lo vorrei, ma quando non lo so".
Ermal Meta e il valore sacro della normalità
Ermal Meta ha parlato anche del difficile periodo di pandemia e di come abbia restituito valore alla normalità, che in passato veniva associata alla mediocrità: "Sono in attesa di ricominciare a vivere pienamente, come tutti noi. Parlo di concerti, di appuntamenti con i fan, parlo di fare l'attività a me più cara, i concerti. Ma parlo anche di vita quotidiana, quella di cui una volta non ci rendevamo conto: la normalità". E ha concluso:
"Quando l'abbiamo persa, ci siamo resi conto tutti che la normalità è una cosa veramente preziosa, prima usavamo il termine normale per definire una cosa mediocre. In realtà, poi ci siamo resi conto che la normalità è una cosa sacra, perché ti permette di riallinearti ogni giorno con te stesso, di scegliere ogni giorno cosa è più giusto per te. Con grande fatica e speranza, si aspetta l'anno prossimo e si spera di conquistare questa tanto agognata normalità".