Eredità Sordi, Comin: “Parenti avvoltoi”, i cugini: “Non vogliamo i soldi ma chiarezza”
Continua la polemica legata all'eredita di Aurelia Sordi. Barbara D'Urso ha invitato a Domenica Live, i cugini Renato, Gianfranco e Mirella Sordi. Quest'ultima ha subito chiarito che nessuno di loro mira ai soldi della sorella del noto attore, ma vogliono solo conoscere la verità:
"Noi siamo venuti fuori solo per sapere la verità e scoprire come ha fatto Arturo ad agire da solo, ad architettare tutto questo raggiro. Aurelia è stata raggirata perché aveva un bel patrimonio alle spalle. Perciò siamo entrati in scena. Ci siamo costituiti parte civile perché chi ha sbagliato deve essere punito".
Nel corso del programma, è intervenuta Paola Comin – che curò l'ufficio stampa di Alberto Sordi dal 1992 al 2003:
"La signorina è stata preda di persone che Alberto aveva tenuto lontano. Una serie di lontanissimi parenti si sono fatti avanti come avvoltoi e hanno approfittato della signorina. Come mai questi parenti non sono mai stati invitati ad una prima, ad una festa, al compleanno, a nessuna delle cose pubbliche fatte a Roma che hanno riguardato Alberto? Lui voleva la privacy e ora starebbe male, credo che dall'aldilà mandi fulmini e saette".
I parenti di Alberto Sordi hanno commentato: "Ma come si permette. Questa signora non sa niente, non fa parte della famiglia, i parenti siamo noi".
L'autista: "Mi avevano ridotto lo stipendio a 700 euro"
Domenica Live, infine, ha mandato in onda un'intervista rilasciata da Arturo Artadi, l'autista che avrebbe raggirato la signorina Aurelia. L'uomo attualmente vive in Perù:
"Sono in Perù perché in Italia non ho più lavoro, sono stato allontanato dal consiglio di amministrazione della fondazione, hanno chiuso i miei conti correnti, non posso vivere d'aria, non ho più soldi. Ho problemi al cuore. Mi hanno offerto un contratto assurdo per i miei 25 anni di servizio per la famiglia Sordi. Il testamento di Aurelia diceva che dovevo continuare a lavorare ma non potevo lavorare con uno stipendio di 700 euro. Non è vero che non era capace di intendere e di volere. Il giorno del funerale di Alberto vicino ad Aurelia c'ero io, non i parenti. Nei giorni così tristi e dolorosi, avrebbero dovuto esserci".
Renato ha concluso commentando l'intervista ad Arturo: "Non voglio dire che è bugiardo ma lo è, io sono stato il primo ad entrare nella villa il giorno dopo. Sono stato seduto sul letto di morte di Alberto".