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Endemol rischia il fallimento: contratti 2 miliardi di debito

Endemol, la holding che in Italia produce trasmissioni quali il Grande Fratello, Plastick, Che tempo che fa e numerose altre, rischia il fallimento per aver contratto 2 miliardi di debito, al momento insoluti, con le banche.
A cura di Stefania Rocco
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La famosa società Endemol, produttrice di format televisivi di successo quali il Grande Fratello, Che tempo che fa e numerosi altri, rischia il fallimento. La holding, fondata da John de Mol e Joop van den Ende, ha contratto un debito pari a circa due miliardi di euro con le banche, debito non ancora saldato. A far luce sulla vicenda è il Financial Times che ha fornito un quadro completo della situazione nella quale, inaspettatamente dato il riscontro dei programmi prodotti dalla Endemol, verso la nota holding.

Il debito con le banche

Endemol avrebbe dovuto presentare un piano relativo agli accordi presi con le banche già a metà agosto. A oggi, però, la società non è ancora in grado di fornire alcun documento, dimostrando così che un accordo con gli istituti di credito non è stato ancora raggiunto. La società è riuscita però a ottenere una proroga in termini di tempo che le consentirà di cercare una soluzione fino al prossimo 15 settembre. Mediaset, Goldman Sachs e Cyrte, le tre società che nel 2007 ne hanno acquisito il controllo, hanno affidato la gestione del debito a una banca d’affari ma, almeno per il momento, nessuna soluzione è stata ancora messa a disposizione per il salvataggio della società. E i debiti restano, mettendo in serio rischio la vita futura dell’azienda.

mediaset

L’ipotesi di rilievo da parte di Mediaset e Itv

Per salvare Endemol e i format da essa prodotti, presenti in ben 31 paesi in tutto il mondo, sono state ventilate numerose possibilità. L’alternativa più credibile, al momento, fa riferimento a un presunto accordo tra Mediaset e la società britannica Itv che, capitale alla mano, potrebbero saldare i debiti contratti e rilevare la holding per intero (Mediaset, al momento, detiene solo il 30% delle azioni), escludendo gli altri due partner dal controllo societario. Un'altra possibilità prevedrebbe l’ingresso in scena delle stesse banche che, appropriandosi del 50% della società, ne garantirebbero la salvezza, lasciando inoltre nelle mani di Mediaset, Goldman Sachs e Cyrte la gestione industriale dell’azienda.

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