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Elodie: “Dopo il no da X Factor non ho cantato per anni, nemmeno sotto la doccia”

Dall’infanzia in un quartiere popolare di Roma (Quartaccio) al periodo difficile dopo il’eliminazione a X Factor passando per i pregiudizi provati durante il periodo da cubista: Elodie Di Patrizi si racconta nella puntata odierna di Da noi… a ruota libera, il programma domenicale di Francesca Fialdini.
A cura di Valeria Morini
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Elodie Di Patrizi si è raccontata in un'intervista nel programma di Francesca Fialdini Da noi… a ruota libera (che andrà in onda fino a domenica 28 giugno). La cantante è in un ottimo periodo sua dal punto di vista sentimentale  – è fidanzata con il rapper Marracash  – che artistico:  a pochi mesi dalla partecipazione al festival di Sanremo, si sta godendo il successo dell'ultimo singolo "Guaranà". Ha anche cambiato look e in studio su Rai1 ha sfoggiato la nuova chioma di treccine brune, ripercorrendo la sua carriera e la rinascita artistica dopo un periodo buio. Nel 2009 partecipò a X Factor, ma venne eliminata nel corso delle fasi iniziali. Da allora, per molto tempo abbandonò la musica:

Dopo X Factor non ho cantato per diverso tempo, almeno per quattro anni. Non cantavo neppure sotto la doccia.

Il periodo come cubista e i pregiudizi

Passarono anni prima del ritorno di Elodie nel mondo musicale, grazie alla partecipazione ad Amici nel 2015. Nel frattempo, la Di Patrizi aveva lasciato la borgata romana di Quartaccio, in cui era cresciuta, per trasferirsi a Lecce per amore. In Salento, lavorò per un periodo come cubista, affrontando i pregiudizi delle persone:

All’inizio non è stato facile: è stata dura, ho lottato con me stessa e con gli altri. Vedevo la gente che mi guardava come se fossi una facile. Non vedevo alcuna approvazione nel loro sguardo, ma mi è servito tantissimo a non farmi toccare da ciò che pensava la gente. Mi divertivo, lavoravo, non facevo nulla di male.

L'infanzia complessa

Nata da papà italiano (in passato artista di strada) e madre francese creola originaria della Guadalupa, Elodie è cresciuta in un quartiere difficile, che ha segnato non poco la sua crescita: "Lo sanno tutti, ho avuto un’infanzia complessa: sono cresciuta in un quartiere popolare di Roma. Ho scoperto presto com’è l’essere umano, quindi fallibile, contorto. Per una bambina non è facile comprenderlo. Ma ora posso dirlo: a 30 anni vivo e gioco con lo stesso entusiasmo di una bambina. Mi sto riprendendo la mia infanzia".

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