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Verissimo 2020/2021

Elena Sofia Ricci e la violenza subita a 12 anni: “Succede troppo spesso, a bambine e bambini”

L’attrice, ospite di Verissimo, torna a parlare di quella violenza di cui rimase vittima quando era solo una bambina, con la complicità della madre che inconsapevolmente la consegnò al suo aguzzino. E lancia un appello: “Succede troppo spesso, a bambine e bambini, e uccide la femminilità e la mascolinità”.
A cura di Andrea Parrella
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Elena Sofia Ricci raccontò pubblicamente degli abusi subiti quando aveva 12 anni, l'attrice è tornata a parlare della terribile esperienza di cui vittima a Verissimo, ospite di Silvia Toffanin nella puntata del 1 febbraio. Un incontro nel corso del quale Elena Sofia Ricci ha ripercorso la vicenda che lei aveva completamente rimosso fino ai 20 anni, quando ha iniziato a parlarne con un fidanzato, poi con le amiche e il marito, prendendo dunque coscienza di ciò che fino a quel momento aveva ritenuto probabilmente innocuo, o che forse non aveva avuto il coraggio di esternare. Di sicuro non era mai riuscita a confidarsi con la mamma, la scenografa Elena Ricci Poccetto, la cui morte aveva in qualche modo portato Elena Sofia Ricci a raccontare tutto, avendo preferito non farlo con la madre ancora in vita. “Questo dolore a mia madre l'ho risparmiato”, ha spiegato ancora l’artista, poiché lei “involontariamente mi aveva consegnato nelle mani del mio carnefice, pensando fosse una persona affidabile”. Un trauma che lei non ha mai superato del tutto: “Succede troppo spesso, a bambine e bambini, e uccide la femminilità e la mascolinità”. 

Per l'attrice è un chiaro caso di pedofilia

Le dichiarazioni dell'attrice di un anno fa avevano generato una reazione commossa e solidaale, soprattutto per la difficoltà che si può provare nel raccontare pubblicamente vicende così intime all'età di 56 anni. Una vicenda che Elena Sofia Ricci non aveva faticato a definire un atto di pedofilia, tracciando una differenza netta tra quanto accaduto a lei e i vari casi di donne del mondo dello spettacolo abusate, inseriti all'interno del capitolo #MeToo:

Nel mio caso si tratta di pedofilia, ma un abuso resta un abuso e nessun uomo ha il diritto di esercitare il proprio potere per violentare una donna, adulta o minorenne. Nessun uomo ha il diritto di usare il proprio potere per abusare i una donna, fragile o furba che sia. Quando una bambina che diventa ragazza è fragile può arrivare a pensare di non meritarsi nulla e che deve vendersi. Non è sempre facile dire di no.

La solidarietà ricevuta dopo la sue decisione di raccontare quanto subito nel corso dell'infanzia è stata grande: "Mi ringraziano perché hanno trovato il coraggio di parlare delle violenze sessuali subite e di denunciare dopo avermi ascoltata. Se lo fa anche una sola, io sento di aver fatto il mio dovere di cittadina".

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