Edgar Davids ieri e oggi, il centrocampista ospite a Pressing: “L’Italia, il paese più bello”
La seconda puntata di "Pressing", andata in onda subito dopo il match di Nations League tra Francia e Olanda, ha avuto un grande ospite in tema con la partita. Parliamo di Edgar Davids, il "Pitbull" simbolo della Juventus degli anni '90. L'ex giocatore, oggi 45enne, è intervenuto per parlare della nuova Olanda, sensibilmente diversa da quella in cui ha giocato dal 1994 al 2005, ed è intervenuto anche su Cristiano Ronaldo, che dopo le prime tre partite in Serie A è rimasto ancora a secco di gol.
Edgar Davids parla di Cristiano Ronaldo
Edgar Davids è intervenuto per difendere il campione portoghese. Per il "Pitbull" di Paramaribo non è importante solo fare gol per un giocatore come lui, fondamentale nelle dinamiche di gioco. Non segnare un gol nelle prime tre giornate non è un problema, perché "basterà una rete per sbloccarsi". È stato fatto anche un po' di amarcord con Ciro Ferrara, che sottolinea come al contrario di quanto si dicesse di lui, Davids negli spogliatoi era una persona molto tranquilla. Come di consueto, nella seconda parte di "Pressing" c'è stato il faccia a faccia tra l'ospite d'onore e Pierluigi Pardo. Il centrocampista olandese tesse le lodi dell'Italia, il paese migliore in cui ha giocato: "Non è come in Inghilterra, l'arte e la storia che c'è qui e poi il cibo. Se vai in un piccolo paese inglese, non mangi bene. Qui anche in un piccolo paese si mangia benissimo".
La carriera di Edgar Davids
Nato a Paramaribo nel 1973, Edgar Davids è stato un centrocampista muscolare e di grande fisicità durante il suo periodo di attività. Soprannominato Pitbull da Louis Van Gaal, suo allenatore all'Ajax, in Italia Edgar Davids ha giocato 2 stagioni nel Milan, 7 stagioni nella Juventus, dove ha giocato i suoi migliori campionati, e una stagione con la maglia nerazzurra dell'Inter. Ha indossato anche le maglie di Barcellona, Tottenham, Crystal Palace e Barnet. È stato un calciatore perfetto nel contenimento e nel recupero dei palloni, ma aveva anche un grande piede sinistro che gli consentiva spesso di andare al gol soprattutto da fuori area.