Ecco come Le Iene “rubano” i dati del vostro vecchio cellulare
Continuano le inchieste sui cellulari de Le Iene con Matteo Viviani che, dopo aver affrontato il tema delle radiazioni emanate dai nostri smartphone, si occupa dei problemi legati alla privacy. Quando vendiamo il nostro cellulare, anche se siamo certi di avere cancellato i nostri dati, c'è la possibilità di recuperarli, riuscendo così a venire in possesso di tutte nostre informazioni riservate. Note, immagini, sms, numeri di cellulare, magari anche i nostri pin delle carte di credito, o di altri accessi importanti. Così la iena entra in un negozio di telefonia e compra una bella scorta di cellulari usati, si reca presso un'azienda specializzata per il recupero dei dati e riesce a tirare fuori la maggior parte delle informazioni riservate dai telefonini acquistati.
I vecchi cellulari sono più resistenti al recupero dei dati, a spiegarlo è lo stesso tecnico che analizza i cellulari di Matteo Viviani, il consulente informatico forense Paolo Dal Checco. Gli smartphone sono più simili ad un computer, quindi è più facile tirare fuori informazioni come mail, memorie riservate, immagini. Basti pensare che un telefono e la sua memoria "sono come un grande armadio diviso in cassettini", spiega la iena. Ogni cosa ha il suo cassettino. Basta collegare il nostro cellulare ad uno strumento preposto all'estrazione delle cose che noi abbiamo messo nei "cassettini" ed il gioco è fatto. Riuscendo ad avere praticamente tutto della persona che ha venduto il suo cellulare, è possibile rubare l'identità digitale, gli account di Facebook e di tutti gli altri social network, della posta elettronica fino a casi più gravi, come il conto online, fare bonifici fraudolenti, frodi e comprare servizi a vostro nome.