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E’ scontro tra Sky e Mediaset sui diritti tv della Serie A

Se Sky, attraverso Ilaria D’Amico, ha auspicato che la gara sui diritti tv avvenga in maniera “leale e corretta”, Mediaset ha risposto duramente con un comunicato stampa. Ecco cosa è successo…
A cura di Fabio Giuffrida
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Continua a esserci, inevitabilmente, tensione tra Sky e Mediaset, i due gruppi televisivi che si contendono i diritti della Serie A di calcio per il triennio 2015-2018. In realtà il primo battibecco tra i due colossi era nato a causa di "Italia's Got Talent", il celebre programma tv condotto da Belén Rodriguez e Simone Annicchiarico, che poi sarebbe sbarcato a Sky poiché la produzione avrebbe triplicato i costi di ogni puntata, così da mettere Mediaset nelle condizioni di non poter accettare una simile offerta. Condizioni, invece, che sarebbero state accettate da Sky la quale gode certamente di ottima "salute". Ora arriva il secondo scontro: tutto comincia prima dell'inizio del match calcistico Italia-Costa Rica che porterà la nazionale azzurra ad una clamorosa disfatta. Ilaria D'Amico, infatti, da settimane al centro del gossip per un presunto flirt con il portiere Buffon, ha letto un messaggio, in diretta tv, sui diritti tv della Serie A di calcio per il triennio 2015-2018.

Mediaset replica duramente al messaggio di Ilaria D'Amico

Sky, in pole position nella gara per i diritti tv, potrebbe non avere il "monopolio", ovvero potrebbe non acquisire tutti i diritti tv in esclusiva poiché, nel rispetto dell'articolo 9 comma 4 del Decreto Melandri ("E' fatto divieto a chiunque di acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette"), Lega e Infront potrebbero assegnare i diritti a due soggetti differenti. La D'Amico, allora, ha auspicato ad una gara sui diritti tv che sia "leale e corretta" e che, di conseguenza, non vengano cambiate "le regole in corsa". Oggi, però, sabato 21 Giugno, all'interno dell'edizione delle ore 13 di "Sport Mediaset", condotta da Mino Taveri su Italia 1, Mediaset ha voluto replicare così:

Sky ha affidato a Ilaria D'Amico un appello il cui senso è questo: vince chi segna di più rispettando le regole. Ecco, il punto sono proprio le regole che non possono essere evocate per gli altri e disattese in proprio. In una partita ideale, nel calcio cosiddetto pulito, a giocare non può essere anche l'arbitro, tanto meno può dire come si deve arbitrare. Se poi si richiama l'essenza dello sport solo come vittoria a suon di gol, i gol devono essere fatti con regole condivise da tutti, con un soggetto terzo che sancisce falli, rigori, cartellini gialli e rossi e i fuorigioco. Soprattutto quando in fuorigioco ci finiscono, oltre ai giocatori, anche gli appelli.

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