È morto Hideo Azuma, il papà di Pollon aveva un cancro all’esofago

È morto a 69 anni, Hideo Azuma. L'autore di amatissimi manga come ‘C'era una volta Pollon‘ e ‘Nanà Supergirl‘ (che poi hanno dato vita ai cartoni che hanno accompagnato l'infanzia di tanti), si è spento dopo una lunga lotta contro un cancro all'esofago. Il decesso è avvenuto domenica 13 ottobre. La notizia, tuttavia, è stata diffusa poco più di una settimana più tardi. Hideo Azuma ha disposto che i funerali venissero celebrati in forma privata e così è stato fatto. Tuttavia, nei prossimi mesi potrebbero essere organizzate delle cerimonie per celebrarlo pubblicamente.
La difficile vita di Hideo Azuma
Hideo Azuma ha affascinato intere generazioni con i personaggi nati dalla sua penna. Tuttavia, la sua vita è stata decisamente travagliata. Intorno all'età di 39 anni, nel 1989, decise di andare a vivere in un bosco, allontanandosi da tutti i suoi affetti e anche dal lavoro. La vita che conduceva non gli dava più stimoli. Fu afflitto anche da depressione e dall'alcolismo. Nel 2005 pubblicò ‘Il diario della mia scomparsa', dove condivise la sua tribolata storia.
Il diario della mia scomparsa
“Nel novembre del 1989 ho abbandonato i progetti editoriali che stavo seguendo e sono scappato da tutto e da tutti…”: così ha raccontato Hideo Azuma. A lungo, ha vissuto come un senzatetto, immerso nella natura, cercando il piacere proprio nell'isolamento: "Se si riesce a superare la fame e il freddo, la vita da senzatetto è piena di momenti piacevoli, visto che si è completamente liberi, non si hanno obblighi né limitazioni". L'alcolismo, poi, lo ha portato a un lungo ricovero in ospedale, durante il quale ha compreso l'importanza di non essere troppo severi con se stessi:
"La realtà per me era così dura che ad un certo punto della mia vita mi sono rifugiato nell’alcool. Tuttavia, essere diventato un alcolizzato ed essere stato ricoverato in ospedale si è rivelata un’esperienza preziosa. Anche se tuttora non riesco a liberarmi da questo male di vivere. Bisogna cercare di non giudicarsi in maniera troppo severa".