È morto Arthur Marks, storico regista di Perry Mason

Arthur Marks, regista e produttore di lungo corso che ha diretto la maggior parte degli episodi della serie televisiva "Perry Mason", è morto il 13 novembre nella sua casa di Woodland Hills, in California. Aveva 92 anni. La notizia è stata diffusa soltanto poche ore fa dal New York Times. Era considerato un pilastro dell'entertainment. Suo figlio Paul, anche lui regista per la televisione negli States, ha dichiarato: "Io e mio fratello abbiamo imparato tutto quello che sappiamo sull'industria grazie a lui".
La storia di Arthur Marks
Cresciuto in una famiglia di cineasti, Arthur Marks ha prodotto 80 episodi di "Perry Mason", uno dei primi legal drama della storia della televisione. E ancora: "Le Spie", "Hazzard", "Starsky & Hutch", il film "Detroit 9000", riportato al cinema da Quentin Tarantino nel 1998, e due film che contribuirono a lanciare la stella di Pam Grier: "Friday Foster" e "Bucktown". Il suo pensiero sul cinema e sulla tv era:
Quando hai il mix giusto, hai tutto. Una buona sceneggiatura, un cast eccezionale, un regista esperto e una produzione professionale. Il risultato sarà quello di avere un film che il pubblico apprezzerà e guarderà per otto settimane in un cinema del centro città. La mia intenzione non è mai stata quella di vendere i miei film ma di far divertire, emozionare le persone per 120 minuti.
Il genere Blaxploitation
Arthur Marks è stato tra i registi della Blaxploitation al cinema. Un genere di film a basso costo che ha avuto come pubblico di riferimento gli afroamericani. Diretti principalmente da afroamericani, i film hanno avuto anche registi bianchi. Sono stati i primi film ad avere colonne sonore soul e funk. Criticati dagli attivisti civili per l'utilizzo e lo sfruttamento dello stereotipo sul mondo "black", le pellicole del genere Blaxploitation hanno riscosso grande successo sia tra il pubblico di colore sia tra i bianchi. Il termine "blaxploitation" è stato però sempre contestato dagli attori e dai registi.