È il Grande Fratello Vip degli “stronzi”
C'è stato un tempo in cui se in Tv veniva pronunciata una parolaccia seguiva l'immediato silenzio scandalizzato. Quella spasmodica ricerca di eccessi quale il Grande Fratello è diventato, ha invece portato oggi alla condizione paradossale di assistere a un programma nel quale Patrizia De Blanck pare essere pagata a cottimo in base al numero di "stronza" che è capace di pronunciare. I "vaffanculo", come jolly, valgono doppio.
E pare che il suo turpiloquio smodato, non fasullo ma palesemente ingigantito, faccia pure tendenza. Telefona in diretta Alba Parietti, che poco secondi prima si è beccata da lei un "stronza" in contumacia e senza grande motivo. Già ci si immagina una sfuriata verso la contessa, mentre quella in tono molto conciliante conferma le parole di Patrizia De Blanck, le dice:
hai ragione, io sono una grandissima stro**a! A mio figlio dico: dopo aver fatto il lockdown con me, ora lo farai con la De Blanck e la Ruta mi rimpiangerai!
Come ciliegina sulla torta, al dibattito sull'essere stronzi si aggiunge Fulvio Abbate, l'intellettuale di riferimento dell'edizione, che propone una considerazione alta sull'essere stronzi e sul significato della parola: "Significa essere antipatici? Significa essere cattivi? Noi non possiamo limitare il linguaggio di Patrizia, che è sostanzialmente una persona chiara e netta". Quindi: vada per lo stronzo.
C'è stato un tempo, dicevamo, in cui se in Tv pronunciavano una parolaccia poteva seguire un immediato silenzio scandalizzato. Oggi invece ti fanno l'applauso (registrato perché il pubblico non c'è) e l'utilizzo del significativo gesto della mano a cucchiara sublima la parolaccia, innalzandola ad oggetto di dissertazione linguistica.
Il solito Grande Fratello in cerca di esagerazioni che verranno masticate, sputate e dimenticate? Non è detto. La recente evoluzione del GF verso una fisionomia di programma che si propone anche di scardinare dei tabù, ci fa pensare che questa edulcorazione della parolaccia potrebbe avere degli effetti sul nostro modo di parlare. Ad esempio convincendo l'autore di questo articolo ad evitare, per una volta, quegli ipocriti asterischi che utilizziamo per celare le parolacce. Altro che str**zo, stronzo!.