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Diritti tv Serie A, la Rai alza la voce: “Il tifoso non può essere considerato solo un cliente”

Tifosi probabilmente costretti a sottoscrivere due abbonamenti per vedere le partite, “90esimo Minuto” a rischio per il divieto di trasmissione degli highlights in chiaro prima delle 22. La Rai non ci sta e protesta anche tramite i suoi volti rappresentativi, da Paola Ferrari a Riccardo Cucchi: “La passione per il calcio merita rispetto”.
A cura di Andrea Parrella
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La Rai non ci sta e alza la voce dopo le decisioni della Lega per i diritti tv delle prossime stagioni di Serie A. Come alcuni sapranno, ieri c'è stato un momento di svolta dopo lo stallo delle ultime settimane e quello che si prospetta è una sorta di rivoluzione del panorama televisivo, che rischia di creare non poche polemiche per due ragioni sostanziali: la prima è che vedere tutte le partite di Serie A dalla prossima stagione potrebbe significare dover sottoscrivere due diversi abbonamenti; la seconda è la novità per la quale gli highlights delle partite saranno resi disponibili alle tv non a pagamento soltanto dalle 22.00.

Addio al calcio in chiaro?

Questo secondo elemento penalizzerebbe per forza di cose la Rai e, soprattutto, un programma storico del servizio pubblico come "90° minuto", che senza immagini delle partite perderebbe ogni senso di esistere. Il pericolo è parso chiaro sin da subito e la reazione è stata repentina, con una immediata levata di scudi da parte dei volti giornalistici noti del servizio pubblico, oltre che della Rai con un comunicato ufficiale che recita così:

In merito allo scenario che si va definendo relativamente all’acquisto dei diritti televisivi del campionato di calcio di Serie A per le prossime tre stagioni, la Rai evidenzia con stupore che si è davanti ad un rischio grave e incomprensibile per il servizio pubblico: non far vedere a tutti gli italiani il sabato sera e la domenica pomeriggio le immagini salienti delle partite, come avvenuto per oltre mezzo secolo, ma solo a chi può permettersi abbonamenti con privati. La Rai, che ha contribuito, nel corso degli anni, a rendere il calcio lo sport più popolare, potrebbe essere costretta a rinunciare a trasmissioni storiche come 90esimo Minuto. Chiediamo pertanto ai presidenti delle società di Serie A di rivedere questa decisione che danneggia prima di tutto i loro stessi tifosi e tutti gli appassionati di calcio.

A difendere 90° minuto e, più in generale, il portafogli degli italiani, sono stati volti di spicco di Rai Sport, a cominciare da Paola Ferrari, che della trasmissione è la conduttrice da diversi anni, ma che dalla prossima stagione dovrebbe essere destinata allo speciale Champions League dopo i match che la Rai trasmetterà in chiaro:

Fa eco alla polemica anche Riccardo Cucchi, voce storica di "Tutto il calcio minuto per minuto" e conduttore della "Domenica Sportiva" nella stagione appena conclusa:

I pacchetti decisi dalla Lega Calcio

La Lega Calcio ha pubblicato alle 18 di venerdì 8 giugno i tre pacchetti che prevedono una vendita per prodotto, anziché per piattaforma, che non potranno essere acquistati da un singolo operatore. I pacchetti non sono divisi per squadre, bensì per fasce orarie e, in soldoni, significa che per vedere tutte le partite del campionato potrebbero essere necessari due abbonamenti diversi.

Tuttavia è verosimile che a risolvere questo problema tornerà utile l'accordo recente tra Mediaset e Sky. Le due emittenti, dopo anni di lotta per la leadership, sono giunte ad una convergenza che prevede l'approdo dei contenuti Premium sulla piattaforma satellitare e lo sbarco definitivo di Sky sul Digitale Terrestre. E non sembra casuale che Mediaset, dopo essersi chiamata fuori per settimane dalla partita dei diritti di Serie A, pochi giorni fa si sia detta disponibile a parteciparvi. Le offerte delle emittenti dovranno essere presentate entro il 13 giugno e solo allora sapremo come ci si dovrà attrezzare per vedere la Serie A nei prossimi anni.

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