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Dirigenti e giornalisti Rai vogliono donare parte di stipendio alle aziende dell’indotto in crisi

Un’iniziativa partita dal responsabile della Direzione Canone Nicola Sinisi, che avrebbe coinvolto i principali direttori di rete, da Coletta a Di Mare, così come i giornalisti, da Bruno Vespa a Bianca Berlinguer, disposti a donare dall’1 al 3 per cento dello stipendio da destinare a piccole aziende dell’indotto. Ma, riporta Repubblica, ci sarebbero rallentamenti burocratici interni alla Rai.
A cura di Andrea Parrella
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Oltre alla salute delle persone, la pandemia ha certamente avuto ed avrà nei prossimi mesi un effetto sull'economia e la vita di milioni di persone, col rischio di mettere in ginocchio imprese, attività e settori vari, tra cui quello della cultura. In questi giorni in Rai, la principale azienda culturale del paese, ha preso forma un'iniziativa tra dirigenti, giornalisti, conduttori, impiegati, molti dei quali si sono disponibili a donare una parte del loro stipendio di maggio, in una percentuale compresa tra l'1 e il 3 per cento.

A riportare la notizia è Repubblica, che spiega come la donazione, nata su proposta dell'ingegner Nicola Sinisi, che guida la Direzione Canone della televisione di Stato, sia partita in sordina finendo per coinvolgere i principali dirigenti dell'azienda, tra cui Bruno Vespa, Bianca Berlinguer, la direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta, il direttore di Rai1 Stefano Coletta, ma anche altri giornalisti come il nuovo direttore di Rai3 Franco Di Mare, Andrea Vianello, Andrea Montanari e il direttore di RaiNews24 Antonio Di Bella.

Il tesoretto dovrebbe sostenere le aziende dell'indotto Rai che attualmente sono in crisi profonda per il blocco improvviso subito dall'intero sistema produttivo. Tra queste potrebbero rientrare piccoli cinema, teatri, studi di montaggio, cooperative di artisti e in generale realtà il cui fatturato non supererebbe i 700mila euro annui, con una gestione interamente affidata al Ministero per i Beni Culturali.

Ma il condizionale è d'obbligo, perché pur avendo ricevuto il sostegno di tre consiglieri di amministrazione, Laganà, Borioni e Coletti, l'iniziativa sembra attualmente bloccata davanti a una burocrazia interna alla Rai che si sta dimostrando lenta e poco attenta ad un progetto di solidarietà che potrebbe tenere in vita molte piccole realtà altrimenti a rischio chiusura.

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