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Diede del mentecatto a Fedez, Mughini chiede scusa: “Fu una schifezza”

Il rapper accoglie le scuse di Mughini: “Cambiare idea è sempre dimostrazione di intelligenza”. La lite era avvenuta il primo maggio.
A cura di A. P.
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Il rapper Fedez sembra essere al cento di una continua e inarrestabile lite social con chiunque passi e legga i suoi parerei, non esattamente moderati, su determinati argomenti. E se negli ultimi giorni il rapper ha querelato Filippo Facci e si è incrociato ancora con il parere di Maurizio Gasparri, che non ha parlato benissimo di lui, nelle ultime ore è arrivato anche un segno in controtendenza, persino da un intellettuale come Giampiero Mughini. Il primo maggio l'opinionista aveva inviato una lettera a Dagospia per contestare le frasi di Fedez in merito ai fatti accaduti a Milano, nel giorno stesso dell'inaugurazione di Expo.

Caro Dago, ma che mondo è il nostro che nel giorno in cui alcune centinaia di delinquenti da strada riescono a mettere a ferro e fuoco la capitale industriale del nostro Paese – e per giunta nel giorno che inaugura la sacrosanta scommessa dell’Expo, del tentativo di mettere in vetrina la bellezza e l’innovazione italiana – noi stiamo qui a soppesare le dicerie da mentecatto di un Fedez qualsiasi?

Ma Mughini, da uomo intelligente ed assennato qual è, a diversi giorni da quella frase pesante, si scusa con Fedez, tramite un'altra lettera inviata a Dagospia:

Caro Dago, e siccome sono uno che ogni due per tre fa l’elogio dell’uso del “fioretto” e non della “sciabola” nella polemica per iscritto, e siccome mi ero accorto subitissimo di aver condito un mio dissenso da Fedez (da te pubblicato) con un’espressione inutilmente spregiativa nei suoi confronti, mi sembra un elementare atto di lealtà pregarti di accludere la lettera personale che gli ho inviato:

Caro Federico, noi non ci conosciamo. Tu fai un tuo lavoro e io ne faccio un altro, molto diversi l’uno dall’altro. A me sembrava, e sembra, che tu avessi scritto delle sciocchezze su un tema _ la dinamica dei cortei politici, il fatto che in quei cortei 200-300 delinquenti imprimessero il loro marchio su tutto il corteo e dunque sulle tante bravissime persone che ne facevano parte _ di cui non credo tu abbia una grande esperienza. Chi se ne intende sapeva benissimo che a Milano sarebbe andata a finire con le vetrine infrante e le auto bruciate, cose di cui tu ovviamente non hai la benché minima responsabilità, né io ho mai pensato che tu la avessi. Nello scrivere di te e delle tue ‘dicerie’ m’è scappato un ‘mentecatto’ che è solo una schifezza offensiva e di cui ti chiedo scusa. Me n’ero accorto subito che fosse una schifezza, ma ormai era stampato. Succede che la penna corra troppo veloce. Te ne chiedo scusa. Spero di incontrarti prima o poi e di misurare i nostri dissensi. Beato te che fai parte di una generazione che non ha conosciuto i cortei politici e le loro innumerevoli isterie. Un saluto e un augurio di buon lavoro.

A questo punto è giunta repentina la risposta del rapper, che non ha avuto alcun problema ad accettare le scuse del giornalista, con una frase in parte provocatoria, ma altrettanto sincera:

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