Dana Plato, le tragedie dietro il sorriso della Kimberly de “Il mio amico Arnold”
È l'8 maggio 1999 quando muore Dana Plato, la Kimberly della serie tv "Il mio amico Arnold". Non è ancora morto Gary Coleman, l'attore di Arnold ci lascerà nel 2010, ma allora già era lecito poter parlare della "maledizione di Arnold", quella che ha decimato prematuramente o fatto cadere in disgrazia i suoi protagonisti. Dana Plato è stata la classica "child star" sbocciata a soli 7 anni attraverso diverse pubblicità che, dopo un momento di successo enorme, non è riuscita a resistere e a tenere le pressioni, finendo per bruciarsi. Amici e familiari, nei giorni successivi alla sua morte, ammisero che era solita sprecare giornate sola in casa tra alcool, droga e antidepressivi e fu proprio un overdose di farmaci a causarle la morte che fu "accidentale". Non si trattò di suicidio dunque, dato che la sera prima era stata ospite del programma radiofonico di Howard Stern al quale confessò:
Non bevo più da 10 anni e non sono mai stata più felice.
Kimberly Drummond, la sorella di Arnold, era un personaggio molto amato: era una bambina ricca e viziata, figlia del miliardario newyorchese che decide di adottare i due fratelli orfani del ghetto di Harlem. Il "politically correct" del teleschermo lascia spazio ad una vita privata piena di crepe. Ha solamente 16 anni Dana quando resta incinta ed abbandona lo show. La discesa di Dana Plato comincia quando perderà la custodia di Tyler, suo figlio, con la fine del suo matrimonio: inizia un percorso autodistruttivo che la porterà alla morte. La maledizione si completa quando suo figlio si suiciderà nel 2010, undici anni più tardi la sua morte, con un colpo di fucile alla testa a soli 21 anni.
Dietro il sorriso rassicurante e contagioso di una piccola diva della tv, si nascondeva un mare di profonda amarezza. La tragedia è duplice, se si pensa al filo che ha unito la depressione di madre e figlio, un ragazzo appena 21enne che si è visto sempre come la causa più grande dei mali di sua madre.