Da Andreotti a Berlusconi, Paolo Sorrentino: “Sono simili, ognuno ha un suo repertorio”
Il 10 maggio è uscito in tutti i cinema italiani "Loro 2", la seconda parte dell'ultima opera di Paolo Sorrentino, che insieme a Toni Servillo è stato ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa. "La storia di tutti noi perché, avendo il film questa urgenza di concentrarsi su sentimenti universali, è in qualche modo la storia di tutti coloro che vogliono riconoscersi", così il regista sintetizza questa sua opera dedicata ad uno dei personaggi più influenti della storia italiana recente.
Quello tra Sorrentino e Servillo è uno dei sodalizi cinematografici più solide della storia del cinema italiano contemporaneo, per i due si tratta del quinto film insieme, uno dei quali è valso un Oscar come miglior film straniero, La Grande Bellezza. "Abbiamo fatto la sua opera prima e io ho fatto per la prima volta un film da protagonista con Paolo", ricorda Servillo, che rende il senso di una collaborazione artistica che certamente sconfina nel legame affettivo che si è oramai instaurato tra i due. Talmente consolidato il rapporto che Sorrentino rivela:
Mi è capitato più di una volta che dei registi terrorizzati dal lavorare con lui mi chiamassero per dei consigli. Ho capito nel corso degli anni che Toni non ami gli indecisi.
Si passa dunque ad approfondire il film del regista partenopeo, inevitabilmente finito al centro delle interpretazioni più o meno fantasiose di critici e comuni osservatori. "Non è un film contro né a favore – dice Sorrentino – Un film che parte da un ragionamento elementare: cosa non si sa di un uomo di cui si parla da anni. Si tratta di un film sentimentale, tutta la politica che riguarda il Berlusconi di quegli anni è stata già raccontata". E aggiunge:
Berlusconi è stato un grande narratore di se stesso in termini di elementi positivi, era interessante andare ad indagare dei sentimenti un po' più umani.
Il regista non nega l'indubbio interesse umano dell'ex presidente del Consiglio e parla degli anni trattati nel film, ovvero quelli che vanno dal 2006 al 2009: "Quello è stato un periodo di esasperato vitalismo. Berlusconi è uomo di una vitalità che a volte sconfina nel furore. E forse questo si è propagato nei confronti di tanti altri".
Dal punto di vista attoriale, Servillo è stato chiamato all'ennesima prova da gigante, che ha puntualmente onorato. "Per un attore è un invito a nozze tentare una sfida di questo tipo – afferma l'interprete campano che veste i panni di Silvio Berlusconi in "Loro" – ma quando ti ci ritrovi capisci che la strada assolutamente da evitare è quella dell'imitazione".
Ma Sorrentino ci tiene a sottolineare come il suo film sia stato privo di alcun giudizio e interessato a raccontare un aspetto di Berlusconi rimasto inevitabilmente celato: "Berlusconi è un uomo che ha vissuto tante vite. In lui c'è simpatia, c'è una malinconia nascosta, c'è una inesorabile paura della morte, che viene esorcizzata tramite una spinta vitale fortissima". E la comparazione con il protagonista di una precedente opera di Sorrentino, Il Divo, non fatica a trovare dei parallelismi tra i due personaggi, a dispetto dell'incredibile divario tra le due personalità: "Berlusconi e Andreotti in qualche modo avevano delle somiglianze: ognuno aveva un suo repertorio".