Cuori, anticipazioni terza puntata 31 ottobre: Delia metterà in discussione tutte le sue certezze
Dopo il debutto della prima puntata, andata in onda il 17 ottobre, tornerà domenica 31 in prima serata "Cuori", la serie di Rai1 diretta da Riccarco Donna, ambientata nella Torino degli anni '60. Protagonisti della fiction sono Pilar Fogliati che interpreta la giovane e talentuosa Delia, prima cardiologa di una equipe medica, affiancata da Matteo Martari, nei panni di Alberto Ferrari e infine, primario della struttura è il professor Cesare Corvara, interpretato da Daniele Pecci. La storia si apre con un intreccio che, nel corso delle puntate, si infittisce portando a galla segreti e non detti che risalgono ad un passato nemmeno troppo lontano e che torna prepotente nella vita dei protagonisti.
Le anticipazioni del quinto e sesto episodio
Nel quinto episodio della fiction, in onda nella terza puntata, emergono nuovi dettagli sulle vite dei protagonisti. Agata, la sorella di Alberto, arriva in ospedale perché suo figlio deve sottoporsi ad una visita, in quell'istante incontra il dottor Mosca e, vedendogli la fede al dito, viene meno il castello di bugie costruito in quegli anni. Nel frattempo, Alberto incontra in ospedale Ilaria, la donna con cui aveva tradito Delia. Questo incontro ha reso ancora più tesa la convivenza tra Delia e Alberto che, però, sono costretti a stare l'uno accanto all'altra a causa di un congresso di cardiochirurgia organizzato proprio da Corvara.
Cuori, ispirato ad una storia vera
La storia raccontata in "Cuori" è in parte ispirata a fatti realmente accaduti, in parte di fantasia. Tra gli aspetti che coincidono con la realtà c' il personaggio principale, interpretato da Daniele Pecci, ispirato a Achille Mario Dogliotti, nato nel 1897 a Torino, primo al mondo ad operare a cuore aperto con circolazione extracorporea. Fondò nella sua città natale uno dei più grandi centri europei di cardiochirurgia. Inoltre, fu lui a inventare anche l'anestesia peridurale (o epidurale). Stimatissimo a livello internazionale, dedicò alla cardiochirurgia gli ultimi vent'anni della sua vita. Chi lo ha conosciuto ne ricorda la straordinaria bontà, generosità ed empatia. Chi ha avuto l'onore di lavorare con lui, menziona la sicurezza che dimostrava in sala operatoria e l'autocontrollo anche nei momenti più complessi e talvolta drammatici del suo lavoro. Questo gli permetteva di garantire il buon esito di interventi che ormai sembravano destinati ad avere un esito fatale.