Cuori 2 si farà? Seconda stagione in fase di scrittura, Pilar Fogliati: “Non dirò mai addio a Delia”
L'ultima puntata di Cuori va in onda domenica 28 novembre. La fiction con Pilar Fogliati nel ruolo di Delia, Matteo Martari nei panni di Alberto, Daniele Pecci che interpreta Cesare e Carmine Buschini nel ruolo di Fausto, è giunta al finale della prima stagione. La serie tv di Rai1 ha ottenuto un ottimo riscontro negli ascolti, complice una trama appassionante, che mescola storia vera e un intenso triangolo amoroso. Cuori 2 si farà? Fanpage.it ha appreso da fonti vicine alla produzione che la seconda stagione sarebbe già in fase di scrittura. Inoltre, sarebbe già tutto pronto per avviare la realizzazione delle nuove puntate. Al momento, tuttavia, manca ancora la conferma ufficiale della Rai. Ne abbiamo parlato con Pilar Fogliati. L'attrice, in una lunga intervista, ha svelato tutti i segreti della fiction Cuori e di Delia Brunello, personaggio che interpreta.
È tutto pronto per il finale di stagione di Cuori, cosa dobbiamo aspettarci?
Continueranno questi turbinii da romanzo russo tra Delia e Alberto. Inoltre, Delia proporrà delle soluzioni mediche alternative al trapianto, come il cuore artificiale e la macchina cuore-polmone (o circolazione extracorporea). La cosa più bella che si vedrà nell'ultima puntata, sarà l'unione di tutti noi, che diventeremo davvero una squadra. Ci sarà un grandissimo colpo di scena.
Con chi guarderai l'ultima puntata?
Le precedenti le ho guardate con il cast e con tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione della serie. Stavolta hanno organizzato di andare a vedere la puntata in un ristorante, ma io non ci sarò. Sono a Chioggia per lavoro, la dovrò vedere da qui, ma sarò presente in videochiamata.
Fanpage.it ha appreso che non solo si starebbe già scrivendo la seconda stagione, ma sarebbe già tutto pronto per avviare la produzione. Quindi non dirai addio a Delia.
Non dirò mai addio a Delia, perché amo quella donna. La seguirò ovunque vada. Non posso sbilanciarmi sulla seconda stagione, perché non ne ho ancora la certezza. Però, posso dire che il finale è abbastanza aperto. Inoltre, il triangolo amoroso è piaciuto molto. Per portare avanti una storia del genere in nuove puntate, credo che sull'amore di Delia e Alberto ci sarà ancora qualche nuvola.
Devo dire che il personaggio di Delia è davvero molto amato dagli spettatori. Quali elementi credi che abbiano favorito questo riscontro?
Uno dei commenti sul conto di Delia, che mi ha fatto più piacere, è stato: "Ragazze pensiamo a quante Delia Brunello sono dovute esistere nella storia, per avere i diritti che noi abbiamo adesso". L'ho trovato bellissimo. Io sono nata nel '92, sono una millennial, quindi appartengo a una generazione che sta giovando di battaglie che non ha fatto. Ho dei diritti che non mi sono conquistata. Rendersi conto di questo, ha fatto avvicinare i più giovani a Delia.
È facile empatizzare anche con la sua confusione sentimentale.
Esatto, chiunque abbia vissuto un conflitto amoroso riesce a rivedersi in lei. È facile giudicare un tradimento, il fatto di amare due persone, ma scagli la pietra chi non ha mai commesso questo peccato. I problemi sentimentali, ci umanizzano da morire. Arrivi a chiederti se sei una brutta persona. Il bello del cinema e delle fiction è che mettono in scena le cose di cui ci vergogniamo, perché possono sembrare poco etiche, ma che in realtà tutti si ritrovano a vivere, quindi non deve esserci giudizio.
Delia è ispirata a Helen Brooke Taussig, una pioniera della cardiologia pediatrica degli anni ’40. Ti sei accostata alla sua storia per interpretarla?
L'ispirazione a Helen Brooke Taussig è relativa alla rarità della figura femminile all'interno di un'equipe medica. Come preparazione, mi sono concentrata di più sul sentimento femminile. Ho guardato molti documentari che riguardavano donne talentuose, che volevano studiare, frequentare l'università, ma gli veniva impedito. Quella rabbia, quell'ambizione, quel sentimento, era ciò che volevo che Delia esprimesse.
Delia si muove in un mondo maschile, dove subisce i pregiudizi non solo degli uomini ma anche delle stesse donne. Erano gli anni ’60. Nel 2021, a che punto siamo?
Il dibattito è ancora aperto. C'è tanto da fare. Ho visto dei documentari sulle donne negli anni '60. Erano veramente incazzate nere, hanno lottato tanto. Con il passare degli anni, forse ci siamo un po' "sedute". Credo anche che le donne abbiano assorbito una cultura maschilista difficile da sradicare. Mi è capitato di sentirle dire: "Quella chissà cosa ha fatto per arrivare lì". Certo, credo che comunque siano stati fatti dei passi avanti. Delia, con due lauree e un dottorato, non riusciva a farsi ammettere neanche alle riunioni dei chirurghi. Il fatto che sia un tema ancora caldo, però, dimostra che la parità non è ancora entrata nel tessuto culturale.
Un altro aspetto della serie Cuori da rimarcare, è la credibilità delle scene in sala operatoria. Le mani che vediamo operare in primo piano sono del cardiochirurgo Guglielmo Actis Dato e della figlia laureanda in Medicina.
Guglielmo Actis Dato, figlio di Angelo (luminare a cui si ispira il personaggio di Alberto, ndr) ci ha anche fatto una vera e propria lezione di chirurgia. È stato incredibile. È così rispettabile e appassionato, che tutti lo abbiamo ascoltato in silenzio solenne. Ci sentivamo piccoli davanti alla sua generosità nel raccontarci le cose. Ci ha anche insegnato il modo corretto di indossare il camice, come tenere gli strumenti come il bisturi. Matteo Martari ormai si pavoneggiava.
Raccontami.
Era diventato così bravo a cucire i finti corpi umani che si vantava: "Sono diventato bravissimo" (ride, ndr). Quando fai questi ruoli in cui devi dimostrare che una cosa la sai fare e anche bene, ci spaventiamo da morire perché basta un tentennamento per non sembrare credibili. Io mi sono rivolta a un'amica che fa il medico e le ho chiesto quale fosse il modo giusto di interfacciarmi con il paziente, dando speranza ma senza illudere. Lei mi ha spiegato: "Tu devi dirgli che la medicina farà tutto quello che può". Quindi mi insegnava delle frasi oneste per gestire il rapporto con il paziente. È stato veramente interessante per me.
A proposito di Matteo Martari, come è stato ritrovarvi sul set dopo l'esperienza nella fiction Un passo dal cielo?
È una gran fortuna lavorare con una persona che conosci già, soprattutto con questi ritmi, sei mesi di riprese e tante scene al giorno. Andiamo molto d'accordo. Lo stimo tantissimo. Credo che sia uno degli attori più bravi della sua generazione. Daniele Pecci, invece, non lo conoscevo personalmente ed è una delle persone che mi fa più ridere, è veramente buffo. È molto simpatico.
Ti sono accaduti episodi bizzarri dopo la messa in onda della fiction?
Ho acquisito tutto un altro tipo di rispetto (ride, ndr). Ieri, mentre camminavo, una signora mi ha detto: "Tu sei la cardiologa, mi piacerebbe avere una cardiologa come te perché azzecchi tutte le diagnosi". Di punto in bianco ti vedono con amore perché dicono: "Quella lì è una che salva le vite", non sanno che sei un'attrice. È divertente, per fortuna non ho avuto il ruolo del cattivo.
Attualmente sei impegnata su due set. Puoi anticiparmi qualcosa a riguardo?
Sono in Veneto, stiamo girando a Chioggia una serie per Netflix. È una commedia d'amore natalizia per il Natale prossimo. Molto, molto carina. E poi, a febbraio dovrebbe uscire la nuova commedia di Riccardo Milani con protagonista Pierfrancesco Favino. Mi ritengo molto fortunata ad avere la possibilità di fare sia la commedia che i ruoli drammatici. Amo entrambi, ma sicuramente quello che rispecchia di più il mio carattere e mi fa battere di più il cuore, è la commedia.