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Costantino della Gherardesca: “Amo il Cantante Mascherato e l’arte contemporanea, quindi?”

Non c’è contraddizione nella poliedricità di Costantino Della Gherardesca, che lancia il suo podcast “Artefatti” sull’arte contemporanea e nel frattempo, di venerdì sera, scova Katia Ricciarelli nascosta dietro una maschera da giraffa. Se in Tv sembra un alieno, lui dice di averci trovato una casa: “Lì dimentico i disagi che provo nella vita di tutti i giorni”.
A cura di Andrea Parrella
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La poliedricità applicata alla televisione ha il volto di Costantino Della Gherardesca. In questi anni lo ha visto passare dall'intrattenimento di Pechino Express a Ballando con le Stelle come concorrente, dal quiz Apri e Vinci al Cantante Mascherato come giudice. Adesso si aggiunge un podcast, Artefatti (un appuntamento a settimana dal 18 febbraio), nel quale insieme al critico Francesco Bonami racconta l'arte contemporanea in tutte le sue sfaccettature.

Questo podcast è un'altra sfumatura di quell'intento divulgativo che cerchi di mettere in tutte le cose che fai. È più nelle tue corde di quanto non lo sia TV?

Io vedo il podcast come un mezzo più adatto all'approfondimento. L'arte contemporanea, che è una mia grande passione, troverebbe difficilmente una casa nella Tv generalista, che è molto veloce, fagocita materiale e lo risputa fuori con velocità supersonica. Il podcast lo ascoltano persone che tornano a casa dal lavoro e, per logica, deve avere una durata maggiore della norma. Secondo me una persona che ascolta solo e non vede riesce a immaginare i mondi di cui noi parliamo, ascolta meglio le sfumature della mia voce e di quella di Francesco Bonami. È più intimo. 

Parli di arte con lo stesso tono con cui commenti le esibizioni del Cantante Mascherato?

Il mio approccio da un punto di vista performativo è identico, io sono semplicemente un intrattenitore e anche questo podcast, nonostante tratti il tema dell'arte contemporanea, è veicolato tramite una chiave di divertimento. Per quanto riguarda la scrittura, ovviamente, per questo podcast si fa un lavoro più approfondito che per un programma Tv, il quale è più complesso perché una produzione audio-video che ha dietro una logistica. 

La prima puntata del podcast è dedicata alla "Outsider art". Al di là definizione specifica del movimento artistico (la trovate qui) mi piaceva prendere spunto dal nome per associare te e il concetto di outsider: ti percepisci come tale in televisione?

Sinceramente è difficile trovare un presentatore televisivo che sia un conduttore outsider nello stesso modo in cui un artista outsider lo è. Questo perché dovrebbe essere ripreso suo malgrado. Gli unici outsider veri che abbiamo visto, forse, sono stati i primi concorrenti del Grande Fratello. 

Tu avverti il peso delle telecamere?

Fortunatamente riesco a dare poco peso alle telecamere perché percepisco la Tv come il mio ambiente. Quando sono ripreso mi sento paradossalmente a casa. Se provo dei disagi non li provo certamente in un contesto televisivo, semmai tendo a provarli nella vita di tutti i giorni.

La Tv come fosse una seduta psicanalitica.

Direi più che altro una seduta degli alcolisti anonimi. A volte esternare ciò che si pensa in televisione può avere un effetto terapeutico. Quando racconti qualcosa, in un certo senso ti levi il peso dalle spalle perché diventa pubblica e non è più un tuo problema che ti affligge. 

Però la spontaneità in Tv non è la regola.

Molti fanno la pantomima in televisione e secondo me è un'occasione persa. Non do giudizi etici perché non credo siano costruttivi, però penso che molte persone si creino una maschera per il proprio personaggio televisivo e così facendo si negano la grande opportunità di esprimersi a fondo.

Costantino Della Gherardesca e Francesco Bonami
Costantino Della Gherardesca e Francesco Bonami

Il problema dell'arte contemporanea è un grande tabù del nostro tempo, confondendo spesso il non comprenderla con il ritenerla brutta. 

L'arte contemporanea è un campo di informazione e una persona deve conoscerlo per poterne parlare. Ragionando per allegoria, io non seguo il calcio e di conseguenza non sono capace di capire bene il calciomercato, le partite, gli schemi. Eppure il calcio è uno di quei temi su cui c'è molta comunicazione in Italia, a differenza dell'arte contemporanea, che non trova qui lo stesso spazio che trova in Germania o in Inghilterra. Quindi quando se ne parla, le persone giustamente non riescono a decodificarla perché mancano le basi. Con questo podcast cerchiamo di dispensare con leggerezza le basi dell'arte contemporanea. 

Dando seguito all'allegoria sportiva, l'arte contemporanea come il football americano.

Esatto, raccontando tutte le storie avvincenti che possono essere esserci nelle vite dei giocatori di football americano, che sicuramente non sono delle suore. 

Parlavamo di tabù, quali sono quelli della televisione di oggi?

Io credo che un grande tabù televisivo sia la qualità dell'informazione. Al momento molte reti televisive sono delle simpatiche trattorie per camionisti dove se uno arriva lì con un piatto di nouvelle cuisine di Cracco non viene capito. Insomma, appena si prova a fare qualcosa di più internazionale, trova un oste che impedisce al cuoco di sperimentare. Si va avanti a mangiare bracioline alla pizzaiola fino all'ultimo respiro senza mai provare delle ostriche. 

Restando sui tabù, oggi non è più scandaloso parlare di omosessualità, ma sul sesso in sé, come atto, resta un alone di proibito. Sei d'accordo?

Concordo, è stata sdoganata l'identità sessuale e non è stato sdoganato il sesso. È una critica che l'artista William E. Jones muoveva al cinema e alla letteratura, affermando che quasi sempre il sesso è escluso dalla narrazione di qualsiasi cosa, pur facendo parte di vita, storia e relazioni. In un film magari vedi persone che si toccano, si danno un bacio e poi con un taglio si passa direttamente alla mattina dopo con un caffè. 

Della Gherardesca giudice a Il Cantante Mascherato
Della Gherardesca giudice a Il Cantante Mascherato

Una doppia morale che vale anche per la Tv.

Ma non da oggi, è sempre stato così. 

L'effetto del cambiamento vuole che oggi se in prima serata dichiari di essere omosessuale scatta quasi l'applauso. Trovo interessante che il mezzo televisivo in cui tu parli apertamente in prima serata su Rai1 della tua omosessualità sia lo stesso in cui lo fa Rocco Casalino da Lilli Gruber. 

Farei una netta distinzione tra i due esempi. Per quel che mi riguarda fin dal primo giorno in cui sono andato in televisione, a poco più di 20 anni, mi è stato chiesto se fossi gay e io ho sempre detto senza alcun problema di esserlo. Altre persone in Italia hanno dovuto aspettare un pochino per farlo. Non trovo colleghi nel mondo dei media che siano stati schietti come lo sono stato io. 

Non volevo fare un parallelismo, sottolineavo solo che fossero entrambi segnali di un tema ampiamente sdoganato.

Certo, grazie a persone come me, da sempre oneste, che non si sono fatte problemi di sessualità perché provenienti da una cultura cosmopolita di matrice anglosassone e non prettamente cattolica. Anche per questo altri al giorno d'oggi hanno una vita più facile a parlare della propria sessualità. 

Ci sono ancora persone che si nascondono?

Per me è un non problema, mi preoccupa più che altro essere un omosessuale non praticante mentre altri, che magari non dichiarano la propria omosessualità, fanno molto più sesso di me. Se ci sono certi contesti in cui i bambini hanno difficoltà a fare coming out me ne dispiaccio e spero certe cose prima o poi cambino definitivamente, ma per quanto mi riguarda il mio problema non è la mia sessualità, è fiscale. Il mio problema sono i debiti. 

Siamo usciti dall'angolo. Parliamo del Cantante Mascherato. 

Lo adoro. Raramente si trova sinergia con persone dello stesso ambiente e io sono riuscito a trovarla con Milly Carlucci. Insieme lavoriamo con grande facilità, è una persona molto attenta che si carica il peso del programma sulle spalle, è estremamente professionale, oltre a essere garanzia di qualità, per quanto sia banale dirlo rispetto a Milly Carlucci. 

Anche a Ballando con le Stelle hai fatto divulgazione nei limiti del possibile, al Cantante Mascherato hai le stesse possibilità?

Mi risulta molto più piacevole e meno faticoso. Diciamo che mi diverto di più, nello specifico provando a indovinare l'identità di queste maschere di cui al momento, ad essere sincero, non ho ancora capito granché. Però avevo indovinato Katia Ricciarelli. 

Della Gherardesca e Sara Di Vaira a Ballando con le Stelle
Della Gherardesca e Sara Di Vaira a Ballando con le Stelle

Ad onor del vero il programma non sta facendo ascolti da capogiro (ne ha parlato anche Milly Carlucci, ndr) e deve vedersela con il Grande Fratello Vip che lo eguaglia. 

Beh, se si va avanti fino alle 6 del mattino lo share chiaramente cresce. Il Cantante Mascherato chiude due ore prima del Grande Fratello Vip e il bacino di pubblico nella stessa fascia oraria ci dice che non c'è alcuna concorrenza. 

Chiudiamo con Pechino Express. A che punto siamo con la nuova edizione?

Pechino si farà e ovviamente stiamo aspettando il via libera per via del Covid. Non sappiamo ancora quando gli autori potranno partire per i sopralluoghi. Metà della produzione è belga e stanno provando a capire quando si potrà riorganizzare il programma nella massima tutale di tutti quelli che lavorano al programma. Sicuramente prima di quest'estate non si potrà girare nulla. 

Il programma passa da Rai2 a Tv8, cambierà qualcosa?

Qualunque sia la rete, anche fosse Capodistria, l'obiettivo è alzare continuamente l'asticella dell'intrattenimento perché, alla fine del giorno, è di quello che mi occupo. È tramite l'intrattenimento che io veicolo la cultura cosmopolita nel caso di Pechino Express e l'arte contemporanea nel caso di Artefatti. 

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