Conservatorio di Padova contro ‘La compagnia del cigno’: “Diffonde false credenze, è diffamazione”
Da lunedì 7 gennaio, Rai1 sta trasmettendo la fiction con Alessio Boni e Anna Valle ‘La compagnia del cigno‘. La serie televisiva di Ivan Cotroneo narra le vicende di giovani talenti che studiano al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. La messa in onda è stata accolta da un boom di ascolti. Tuttavia la trama ha fatto storcere il naso al Conservatorio Cesare Pollini di Padova, che in queste ore ha preso ufficialmente le distanze. In un post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale si legge:
"Il Conservatorio di Padova prende opportunamente distanza dal Film ‘La Compagnia del Cigno' trasmesso dalla Radio Televisione Italiana a partire dal 7 gennaio 2019. Si tratta di una mediocre parodia, di una caricatura di ciò che è la reale vita degli studenti e dei docenti nei Conservatori di Musica".
La Rai accusata di diffondere "stereotipi irreali"
Nella fiction, il personaggio del Maestro Luca Marioni insegna ai suoi allievi con particolare durezza e disciplina. È proprio questo che sembra aver infastidito il Conservatorio, che ha accusato la Rai di diffondere "false credenze" ricorrendo all'uso di soldi pubblici:
"Si ritiene, inoltre, che il Servizio Pubblico non dovrebbe spendere soldi pubblici per diffondere false credenze, autentiche contraffazioni della realtà, stereotipi del tutto irreali riguardanti le figure degli studenti e dei docenti di musica. Il denaro pubblico utilizzato per produrre e trasmettere un telefilm così completamente inadeguato sarebbe stato meglio impiegato per mettere in sicurezza le numerosissime sedi fuori norma, se non pericolanti, dei Conservatori del nostro Paese".
La replica a chi invita alla leggerezza
Il post ha diviso gli utenti. C'è chi ha avuto modo di studiare al Conservatorio e si è detto d'accordo con l'opinione espressa dal Pollini di Padova. Altri, invece, hanno invitato alla leggerezza, considerando che si tratta solo di una fiction televisiva. A questi ultimi, il Conservatorio ha replicato: "Si veicola il concetto che in Conservatorio si eserciti una violenza morale inaudita e da codice penale. Questa non è fiction, questa è diffamazione".