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Come Dylan Mckay di ‘Beverly Hills 90210’ ha cambiato la mia vita a 15 anni

L’uomo che ha segnato profondamente l’immaginario femminile degli anni ’90, con il suo personaggio iconico bello e dannato, Dylan McKay, compie oggi mezzo secolo, ed è ancora affascinante come il suo alter ego televisivo.
A cura di Eva Carducci
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Oggi Luke Perry compie 50 anni. Si, cinquanta. Se anche voi vi state sentendo meno giovani del solito provate a non pensare al tempo che, inesorabilmente, passa, concentrandovi su quanto Luke Perry abbia allietato i pomeriggi della nostra adolescenza e influenzato la nostra visione del mondo e delle relazioni interpersonali con la sua interpretazione più celebre, quella di Dylan McKay in Beverly Hills 90210.

Le vite agiate dei ragazzi di Los Angeles hanno tenuto per anni gli spettatori incollati davanti al piccolo schermo, generando mode e tendenze rimaste in auge anche dopo la messa in onda della serie televisiva (trasmessa in Italia dal 1992 fino al 2001). Discussioni accese durante la ricreazione fra i banchi di scuola, quando ancora non esisteva la vasta scelta tra serie televisive e passavamo i pomeriggi tutti sintonizzati su Italia 1. Luke con il suo Dylan ha dato vita ad una versione moderna del James Dean di Gioventù Bruciata, un uomo che non doveva chiedere mai, la nemesi di Brandon, il ragazzo acqua sapone della porta accanto.

L’origine delle moderne faide a suon di hashtag fra due potenziali pretendenti è nata tutta con lo scontro fra questi due personaggi. Schierarsi dalla parte di Dylan o di Brandon era l’interrogativo essenziale ante social, scelta che ha fatto finire amicizie storiche, traducibile oggi nelle opzioni #TeamDylan e #TeamBrandon. Grandi amici che, da quasi cognati (dato che Luke era fidanzato nelle prime stagioni con Brenda, la sorella di Brandon), si sono contesi la donna della loro vita, Kelly.

Dylan McKay ha così segnato la vita dei neo trentenni e quarantenni, divenendo il prototipo maschile per eccellenza dell’immaginario femminile degli anni ’90. Solitario, tenebroso, con il fascino del dannato e la cicatrice sul sopracciglio, nonostante fosse figlio di un miliardario inteneriva per il non aver avuto una vita facile. Un cuore indurito dalle avversità, un animo sensibile ingabbiato in una corazza da delinquente, con il giubbotto di pelle e la t-shirt bianca.

Era semplicemente il ragazzo che non doveva chiedere mai, che nascondeva un cuore d’oro, un amore viscerale per la poesia, le opere di Virginia Woolf e i film d’epoca, e che si poteva permettere di mandare alla fidanzata la propria foto autografata senza risultare ridicolo. Un uomo che ha fatto perdere la testa ad un’intera Generazione X, che ha scosso lo spirito da crocerossina alla Florence Nightingale anche alla più coriacea.

Oggi Luke Perry compie cinquant’anni, con una lunga carriera televisiva e cinematografica alle proprie spalle, con partecipazioni in film celebri come “Il quinto elemento” di Luc Besson e in serie televisive come “Law & Order: Special Victim Unit. “CSI:Cyber”, “Will e Grace” e “Body of Proof” recitando anche nel film tv “Goodinight for Justice” diretto da Jason Priestley, il Brandon Walsh di “Beverly Hills: 902010”. Indubbiamente però il suo più grande successo rimane l’aver dato vita a Dylan McKay, e nonostante oggi, a distanza di tempo, sia diverso da lui, con i riflessi argentei nella barba, il tempo sembra non aver scalfito il suo fascino e il suo guardo ribelle.

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