Combatte il narcotraffico da infiltrato ma viene abbandonato dallo Stato
Un uomo, all'improvviso, si è trovato in mezzo ad una vicenda paradossale. Da meccanico nautico è diventato un infiltrato per la polizia italiana. Tutto è cominciato quando gli venne chiesto di creare dei gommoni utili al narcotraffico: acconto di 25 mila euro in contanti, 150 mila il totale per un gommone con 6 motori per un tragitto in oceano aperto. L'uomo, insospettito, segnalò tutto alla polizia che poi, come racconta Pablo Trincia de "Le Iene", lo ha utilizzato per arrivare ad arrestare potentissimi narcotrafficanti, scovando un traffico da 730 milioni di euro. La prima volta l'uomo era stato arrestato in Francia dove era rimasto per ben 7 mesi, poi in Italia aveva continuato la sua missione. Portati a termine tutti gli obiettivi, è entrato nel piano di protezione, visto che su di lui pende, di fatto, una condanna a morte dalle mafie di mezzo mondo. Alla fine, stanco di quella vita, ha deciso di tornare nel suo paese, senza importanti aiuti economici da parte dello Stato che, stando alle sue parole, non ha provveduto né ad un impianto di sicurezza per la sua casa né ad una macchina blindata (che ha dovuto pagarsi lui stesso). Oggi rifarebbe tutto anche se, alla luce del trattamento che gli è stato riservato, ha paura di rimetterci la pelle.