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Clerici pigliatutto, o è la Rai che vuole essere Clericentrica?

Le polemiche nate ieri sul presunto cannibalismo dell’Antonella nazionale, tendono ad attribuire a lei delle colpe tutte attribuibili all’azienda per cui lavora. Seppure fosse cannibale, sarebbe la Rai a volerlo.
A cura di Andrea Parrella
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Antonella Clerici è regina indiscussa della Rai. La sola a non essere stata sfiorata dai tagli a foglie gialle e cadenti programmati dall'azienda per la nuova stagione televisiva. E' un dato, non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che per la prossima stagione, a causa di presunti capricci della conduttrice de La prova del cuoco, degli schemi logistici consueti dell'azienda siano stati stravolti perché lei potesse sfruttare a pieno gli studi Dear di Roma. Questo a fronte degli spostamenti tra i suddetti studi sulla Nomentana (lì dove c'è il set de La prova del cuoco) e l'Auditorium del Foro italico, dove veniva realizzato Ti lascio una canzone.

La giornalista di Panorama Antonella Piperno è andata a scavare tra gli accordi stipulati per il prossimo anno, notando che alla Dear "Antonellina" occuperà gli spazi dove veniva registrato Alle falde del Kilimangiaro, per cui Licia Colò sarà costretta a spostarsi, probabilmente, a Saxa Rubra, in studi presi in affitto. Ti lascio una canzone guadagnerà dunque 600 posti per gli spettatori e permetterà alla Clerici di evitare scomodi spostamenti. Inoltre, come ha precisato il Twit di un contatto "insider" col nome di Dipendente Rai, la squadra ufficiale che fu di Domenica In sarebbe stata dirottata in massa sul programma serale dei bambini cantanti.

Il sindacato Fistel Cisl, di conseguenza, indagando sui compensi della Clerici, ha messo in evidenza quello che ritiene uno spreco per cifre che sarebbero da capogiro. Si parla di 3 milioni di euro di contratto biennale, a cui andrebbero sommati 5mila euro a puntata per le 270 de La prova del cuoco e 35mila per le 10 di Ti lascio una canzone. Alla verità di questi dati e degli sfratti e nuovi arrivi alla Dear (trattasi di accordi stipulati e dimostrati anche dal fatto che la scenografia del programma di Licia Colò sia effettivamente in fase di dismissione) la sovrana dei palinsesti Rai ha fatto opposizione al modo in cui siano stati presentati, vale a dire alla conclusione che si sia tratta, quella di lei descritta come una cannibale che voglia tutto per sé. Ha risposto stizzita via Twitter, asserendo che sia stata la Rai a concentrare gli impegni di Antonella alla Dear per poter beneficiare di risparmi cospicui, che nemmeno sarebbe una motivazione assurda. Poi si scaglia contro i personalismi e le dicerie su di lei.

Si crede alla Clerici, anche perché pur non credendoci, le cose andranno di fatto così. In questa questione pare non si prenda in considerazione il peso delle decisioni dell'azienda, che continua a spendere energie e risorse economiche per un modello televisivo forse redditizio ma colpevole, negli ultimi anni, della débacle, quel crollo qualitativo e contenutistico dei palinsesti della Tv pubblica. Per ciò che riguarda quest'aspetto, la colpa di Antonella Clerici è nulla: è il suo modo (criticabile) di fare tv e non ruba per farne, ma rispetta un contratto regolarmente stipulato. Il demerito, semmai, è di chi glielo permetta, chi abbia concesso, oppure non abbia impedito, che la Rai divenisse Clericentrica. Che Antonella sia una "cannibale" o meno, con questo c'entra ben poco e quindi, lei, ha ragione a lamentarsi.

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