1.480 CONDIVISIONI

Ciro Priello ha vinto LOL – Chi ride è fuori: “Sono stato bravo a nascondere le risate”

Intervista a Fanpage.it a Ciro Priello, il vincitore della prima edizione di LOL – Chi ride è fuori, il game show più visto e chiacchierato disponibile su Amazon Prime Video: “Sono riuscito a vincere grazie a mia figlia”. E sul format: “È venuto fuori uno spirito molto intimo. Le critiche? Bisogna sperimentare sempre, altrimenti smettiamo di crescere”.
1.480 CONDIVISIONI
Immagine

La prima edizione di LOL – Chi ride è fuori si è conclusa con la vittoria di Ciro Priello dei The Jackal. Il game show di Amazon Prime Video ha saputo occupare la discussione e il dibattito pubblico fuori e dentro i social network, anche grazie a una doppia uscita: quattro episodi disponibili dal 1 aprile, gli ultimi due dall'8 aprile. Così, in una sola settimana, il comedy show è stato stabilmente in cima a tutti i trend, è stato riprodotto sotto forma di meme, di citazioni, è stato oggetto di critiche positive e negative, è stato sulla bocca di tutti. In definitiva: è stato un successo incredibile. Fanpage.it ha raggiunto telefonicamente il comico che ha vinto LOL – Chi ride è fuori, Ciro Priello: "Non pensavo assolutamente di vincere, credevo di uscire dopo tre minuti e allora mi sono detto: mi gioco tutte le gag. E sono salito per primo sul palco per fare il numero della felpa". 

E invece alla fine Fedez ha proclamato te come primo vincitore di LOL – Chi ride è fuori. Come ti senti?

Sono molto felice, ovviamente non credo sia stata la vittoria del più bravo comico d'Italia, così come ha detto Fedez in puntata, non mi sento tale. Sicuramente sono stato bravo a nascondere il più possibile le risate che ti confesso, ho nascosto molto bene.

E come facevi a nascondere le risate? 

Mangiavo e bevevo compulsivamente. Bevevo, soprattutto.

Sei episodi, ma il pubblico ne avrebbe voluti almeno altri dieci. Come è stata invece viverla dall'interno? 

È stato bello perché è venuto fuori uno spirito molto intimo, c'era molto poco spettacolo. Questa era la forza di questo format. Dieci amici, dieci colleghi, che tiravano fuori battute di pancia per ridere tra loro.

Oltre le battute di pancia, io penso che tu abbia puntato anche e soprattutto sullo slapstick, la comicità fisica che è da sempre il tuo cavallo di battaglia. 

Sì, io da sempre ho fondato la mia comicità sullo slapstick. I miei riferimenti partono da Totò fino a Jim Carrey, poi ho tutto quello che mi passa per la testa che può sembrare semplice, basico e strambo, tipo la gag su come fanno sesso le tartarughe. Ho sempre cercato sempre questa strada, una semplicità e una genuinità sulle situazioni. La comicità estemporanea per me è quella più efficace.

La finalissima con Katia Follesa: come hai fatto a resistere ai suoi attacchi incrociati? 

Katia mi ha dato del filo da torcere. Perché più volte ha cercato di mettermi in difficoltà, c'è stato un momento in cui mi ha fatto prendere un coccolone quando ha fatto la gag della Barbie. Mi sono preoccupato perché credevo che l'avessi fatta male, poi ho scoperto che era una sua strategia per cercare di farmi crollare in qualche modo.

E sei riuscito a vincere grazie a una battuta su tua figlia, alla fine. 

Mi rendo conto che riesco molto a intenerire quando parlo di mia figlia. Io quando sto fuori per lavoro, sento molto la sua mancanza e parlo sempre di lei. Alla fine Katia ha tirato fuori un sorriso anche tenero, che è quello che mi ha fatto vincere, quindi sì, è anche merito della mia piccola.

Mi è piaciuto molto l'abbraccio finale che hai avuto con Fru e con Frank Matano.

È stato molto emozionante perché con Frank e Fru condividiamo la stessa generazione attoriale ed è stato un abbraccio del tutto naturale. Ho anche conosciuto altri artisti e persone fantastiche. Proprio oggi, mentre giravo, tra una pausa e l'altra, ho mandato messaggi vocali a tutto il cast perché ero un po' triste del fatto che questa avventura si sia ufficialmente conclusa.

Ciro, siete tutti amici, tutti grandi comici, ma chi è quello che per te è stato più pericoloso e dirompente? 

Pintus, sicuramente. Sono stato felice che sia uscito subito, perché era una scheggia impazzita. Era imprevedibile. Anche Elio era temibile, ma fortunatamente ha preso di mira Frank Matano e non me. Ma Pintus è stato tremendo, se ci pensi è stato lui a farmi ammonire.

La vittoria del super premio da 100.000 euro devoluto ad Action Aid. Una continuità nel segno delle grandi campagne fatte con The Jackal?

Conoscendo Action Aid ho avuto modo di vedere il lavoro meraviglioso che hanno fatto negli anni. Sono stato in Africa più volte con The Jackal per gli spot che abbiamo girato per loro e porto dentro di me ricordi di quei bambini che sono assolutamente indelebili. Quando c'è stata questa possibilità, io ho subito pensato a quei sorrisi, a quei volti e a tutta la loro voglia di vivere che hanno dentro.

Ciro, questa è una vittoria personale, ma sarebbe anche un capitolo extra della nuova autobiografia dei The Jackal. Toccherebbe aggiornarla? 

Non sarei dove sono adesso se non fosse per la splendida famiglia di The Jackal, senza quella opportunità meravigliosa che ci siamo costruiti. Senza l'aiuto di Gianluca Cozzolino (l'editore di Ciaopeople, ndr) che ci ha dato la possibilità di essere chi siamo oggi. Poi ricordo sempre quello che mio padre dice sempre.

Cosa ti dice tuo padre? 

‘A fortuna e n'ommo è sempe n'ato ommo (la fortuna di un uomo è sempre un altro uomo, ndr) dice mio padre ed è vero. Gli incontri che abbiamo fatto ci hanno sempre dato una spinta, quindi questa è la vittoria di tutti quanti noi, di The Jackal come di tutta Ciaopeople.

Il format ha aperto una porta su un mondo ancora tutto da scoprire, dimostrando che le piattaforme streaming stanno cambiando le regole del gioco. Allo stesso tempo, come tutte le cose che hanno grande successo, LOL ha fatto discutere e ha diviso soprattutto la critica. Che ne pensi? 

Le critiche sono il sale del nostro mestiere ed è impossibile piacere a tutti perché ci sarà sempre qualcuno a cui non piace qualcosa. Accettiamo le critiche e ci godiamo però gli apprezzamenti e i sorrisi di tutte quelle persone che si sono divertite. Spero che a questo punto si possa continuare a sperimentare – come fa Amazon Prime Video, perché se non si battono strade nuove, si corre il rischio di diventare aridi e stantii. Noi come The Jackal non ci siamo mai fossilizzati su un unico tipo di format, ma abbiamo sempre cercato di creare nuove cose. Nel momento in cui ci fermiamo, smettiamo di crescere. E se smettiamo di crescere, dopo siamo morti anche artisticamente.

1.480 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views