Chi sono le “vergini giurate”: donne che vivono da uomini e praticano la castità
Nell'ultima puntata di "Le Iene", andata in onda il 7 maggio, ha suscitato parecchio scalpore il servizio realizzato da Luigi Palazza dedicato al fenomeno delle cosiddette "Vergini giurate". Si tratta di una curiosa tradizione diffusa presso le aree rurali dell'Albania: alcune donne, in base a un antico codice denominato "kanun", scelgono di diventare uomini, rinnegando qualsiasi aspetto della propria femminilità. Attraverso un giuramento fatto al raggiungimento dell maturità sessuale, diventano "burnesha" e vestono abiti virili, comportandosi in tutto e per tutto come dei maschi. Inoltre, decidono di restare vergini per tutta vita, senza avere rapporti o alcun tipo di intimità o relazione né con uomini né con donne. Il giuramento impone quindi loro di non sposarsi né di avere una famiglia.
Palazza ha intervistato tre di loro, che hanno spiegato di non provare alcuna pulsione, né eterosessuale né omosessuale, e di non praticare nemmeno la masturbazione: "Siamo come muri". Il loro voto di castità passa dal rifiuto del proprio corpo: "Non guardo il mio corpo, nemmeno quando esco dalla doccia". L'usanza è stata a lungo molto diffusa nelle zone più montuose e isolate di Albania, Serbia, Montenegro e Kosovo. Il servizio dello show di Italia 1 ha riportato che oggi si contano circa una trentina di "burnesha", localizzate nel nord dell'Albania. Al di fuori dei confini balcanici, la tradizione è rimasto quasi sconosciuta fino a poco tempo, quando la regista italiana Laura Bispuri ha dedicato all'argomento il suo film d'esordio, intitolato appunto "Vergine giurata", presentato al Festival di Berlino e interpretato da Alba Rohrwacher.
Il servizio ha scatenato il dibattito sul web, non senza parecchia ironia. La tradizione delle vergini giurate è però nata come un modo per consentire alla donna, tradizionalmente sottomessa, di avere i medesimi diritti dell'uomo, e quindi gestire la famiglia, possedere e amministrare proprietà. In una società patriarcale controllata dalla componente maschile, diventare "burnesha" era spesso l'unico modo per sfuggire a matrimoni forzati e diventare pienamente indipendenti. Nel servizio, la dottoressa Giuliana Barbieri ha spiegato:
Non mi meraviglio che si sia sviluppata una ritualità del genere: sacrificavano la propria sessualità per migliorare la condizione sociale. La loro modalità di vivere è fortemente radicata. Possono anche sentire stimoli sessuali, ma passare ad agire la vedo molto difficile.