Checco Zalone punzecchia Laura Pausini dopo il David: “Ci è rimasta male? Propongo uno scambio”
La 66esima edizione dei David di Donatello ha lasciato spazio alle sorprese, soprattutto per quanto riguarda la categoria miglior canzone originale. I membri dell'Accademia del Cinema Italiano hanno deciso di premiare la canzone di Luca Medici, alias Checco Zalone, che ha scritto e cantato "Immigrato" diventata colonna sonora del suo film "Tolo tolo" premiato anche con il David dello Spettatore, come film più visto in sala. I più si aspettavano che la vittoria andasse a Laura Pausini e il suo brano "Io sì", ma così non è stato e vista la reazione poco entusiasta del comico pugliese, "Striscia la Notizia" ha voluto premiarlo con il Tapiro d'oro, ma l'attore non ha perso tempo per rivolgersi scherzosamente alla cantante che, infatti, sembrerebbe esserci rimasta male per il mancato trionfo.
La consegna del Tapiro a Checco Zalone
Non si può dire che Checco Zalone abbia fatto i salti di gioia quando ha saputo di aver vinto il David di Donatello per la "miglior canzone originale", in collegamento da casa, con una felpa e gli occhiali inforcati, l'attore pugliese all'annuncio di Carlo Conti ha semplicemente risposto così: "La mia famiglia è lì che dorme: ho vinto! Non sono andato perché non me l’aspettavo, forse credo poco in me stesso". Una reazione che, messa a confronto con quella di Laura Pausini, dispiaciuta e attonita nel sentire di non essere stata la prescelta da parte dell'Accademia, ha scatenato la redazione di Striscia la Notizia e Valerio Staffelli è corso a consegnargli il premio. Zalone ha così commentato: "Non sono andato perché non me l’aspettavo, forse credo poco in me stesso. Quindi il Tapiro dovremmo darlo a Laura… Anzi, se ci è rimasta male le propongo di scambiare il suo Golden Globe, a cui io aspiravo, con il mio David di Donatello".
Le polemiche per Immigrato
Quando la canzone, con annesso videoclip fu divulgata non mancarono le polemiche e c'è chi azzarda l'ipotesi che la vittoria di questo testo sia stata il frutto di un voler premiare la satira. Checco Zalone ha abilmente portato in scena i luoghi comuni che intercorrono tra "l'italiano medio" e i migranti, passando per tutti gli stereotipi dai ragazzi di colore al semaforo, al benzinaio, a quelli che aiutano a sistemare i carrelli al supermercato. Il regista gioca sia con il testo che con le immagini portate in scena, raccontando con abile leggerezza il fenomeno migratorio in Italia declinato in maniera razzista.