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Che farà Canale5 quando i film di Boldi e Pieraccioni saranno finiti?

I palinsesti della prima rete Mediaset sono invasi da cinepattoni e Pieraccioni sparsi. E’ una strategia che, oltre che incomprensibile, non paga negli ascolti: dunque a Canale 5 esistono solo De Filippi-Scotti-D’Urso?
A cura di Andrea Parrella
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Proviamo a fare due conti: Massimo Boldi ha all'attivo, nella sua carriera, un totale di circa 63 film, cinepanettoni sottobraccio con De Sica compresi; Leonardo Pieraccioni, tra film da attore-regista ed altri nei quali ha solo presenziato come interprete, totalizza  16 film in tutto. E' un bel bottino, per tutti e due, varrebbe pure la pena di fare i complimenti al primo per la longevità, al secondo per la costanza. Ci si chiederà questa conta a cosa vorrà portare e sarebbe una domanda lecita. Basta guardare  la programmazione di questa sera di Canale 5, che prevede la pellicola d'essai A Natale mi sposo. Manco a dirlo, il protagonista è Boldi. Oppure dare un'occhiata alla novità di portata epocale del telepanettone, che l'ammiraglia Mediaset manderà in onda per il prossimo Natale. Manco a dirlo, il protagonista è Boldi.

Il ciclo Pieraccioni – In alternativa, prestare attenzione alla massiccia presenza delle pellicole di Pieraccioni passate negli ultimi tempi sul quinto canale, tanto che a guardarle a distanza ravvicinata, si fa fatica a distinguerle le une dalle altre (qui l'intervista rilasciata a Fabio Giuffrida). Sommando le cifre sopra riportare, si stima che si possano coprire un'ottantina di prime serate. Ma quando le avventure natalizie di Boldi e le storie d'amore del regista toscano si saranno esaurite, a cosa farà ricorso la rete principale del biscione per riempire la propria programmazione? Salemme potrà correre in aiuto in via eccezionale, ma è una fonte che è destinata inesorabilmente ad esaurirsi.

Arresi al repertorio – Il fine di questa considerazione vuole solo sottolineare e confermare una questione ampiamente trattata all'inizio di questa stagione, ovvero l'incomprensibile staticità della programmazione di Canale 5, che è assolutamente incapace, o forse nolente, a trovare la minima risorsa per riempire i propri palinsesti di prodotti pensati e fatti in casa di prima visione, senza tenere conto che i pochi presenti, vedi Squadra Antimafia, siano gli unici che riescano a sostenere il peso della concorrenza ed anche batterla. Loro, quelli di Canale 5, invece si affidano incomprensibilmente al repertorio; hanno prodotto poca fiction fino ad ora ed hanno investito su una scommessa fallimentare, quel ritorno di Dallas che è stato un flop; mancano, infine, di una programmazione diversificata, non avendo un talk politico, un programma di inchiesta ed un varietà infrasettimanale che diano un accenno di respiro. Il risultato è che durante la settimana Canale 5 si ritrova quasi sempre a registrare dati d'ascolto pari quasi alla metà di quelli della diretta concorrente, ovvero Rai1.

La soluzione è un'idea – La soluzione si potrebbe trovare se si volesse, risiede nell'investimento. Che nessuno ci venga a dire che non ci sono risorse, perché Mediaset di soldi ne spende, ma evidentemente quest'anno li sta spendendo male. Non è un inno alla qualità, non si sta chiedendo un ciclo di film dedicato a Woody Allen o Roman Polansky, ma semplicemente qualche idea, una novità stimolante che scacci dal telespettatore l'impressione che le uniche forze produttive della rete siano indirizzate a Maria De Filippi, Gerry Scotti e Barbara D'Urso.

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