Celentano ci costerà 10.000 euro al minuto

Dopo il teatrino di botta e risposta tra Rai e clan Celentano, l'accordo per la partecipazione a Sanremo del Molleggiato è stato raggiunto: 300.000 euro ad intervento, per un massimo cumulabile di 750.000 euro, nell'eventualità di altri interventi nel corso delle 5 serate di Sanremo. Stimando la durata degli interventi del cantante rasenti la mezz'ora, il prezzo al minuto è presto che stabilito, cioè circa 10.000 euro. Il Giornale azzarda anche una proporzione originale tra Adriano Celentano ed Ibrahimovic: il primo guadagnerebbe più del secondo in un arco di tempo più risicato rispetto al campionato che vede impegnato il giocatore svedese.

L'accordo tra Rai e Molleggiato, inoltre, prevede l'assenza di spot pubblicitari durante il primo intervento di Adriano Celentano al Festival, così come successe per Roberto Benigni: qualora, invece, vi saranno secondi interventi dell'artista e questi superassero i tempi tra uno stacco pubblicitario e l'altro (più di 25 minuti) allora l'azienda sarà libera di mandare in onda la reclàme. Nasce così nel popolo del canone Rai il "timore" che non trovando giustificazione negli spot, il compenso di Celentano attinga in gran parte proprio dai 112 euro annuali versati dal telespettatore per il possesso di un apparecchio di trasmissione televisiva, che viene poi devoluto alla televisione pubblica. A questo amletico dubbio non possiamo trovare risposta, ma la non modica cifra del cachet Celentano con i suoi tanti zeri reclama il suo peso.

Parte così la critica al moralismo del molleggiato, dalle pagine de Il Giornale, in un articolo firmato P. Giordano: Adriano Celentano, il paladino del ritorno al frugale passato che disdegna la modernità e il dio Denaro, che all'occorrenza, però, accetta il frutto di quello sfrenato progresso al quale si oppone. Qualcuno dirà che non si vive di pane e musica e quel pane dovrà pure aver modo di comprarselo, ma l'immagine dell'artista che vuol essere "uno di noi" perde di significato, davanti all'accettazione di 300.000 euro ad intervento, nel periodo che l'Italia e gli italiani attraversano. Non è la capacità del Molleggiato di smuovere le coscienze e di attizzare le orecchie che viene screditata, bensì l'incoerenza del suo tanto millantato pensiero e il mancato riscontro nei fatti.

Gli si chiede un esempio, una dimostrazione della sua comprensione del difficile momento storico, nonchè un segno di forte coerenza con le sue opinioni così da non intaccare la sua credibilità. In attesa di una "risposta", c'è chi ha già preso una posizione in merito, come gli utenti di Facebook che minacciano di non seguire il Festival di Sanremo in segno di protesta all'elevato cachet di cui sarà beneficiario il Molleggiato, cifra giudicata offensiva della crisi economica che stiamo attraversando. Ad ora l'iniziativa di condivisione ha raggiunto le 9.000 unità: quanti adirati telespettatori non si sintonizzeranno su Rai1 dal 14 al 18 febbraio?

Nel gruppo di indignati ci sono anche i pensionati, quelli che "neanche tre vite bastano per raggiungere quella cifra": Carlo Fatuzzo, segretario nazionale di categoria, dichiara

In un momento in cui gli italiani vivono una situazione di estrema difficoltà , soprattutto pensionati e lavoratori, appare quantomeno fuori luogo lo stratosferico compenso che sarebbe previsto per la partecipazione di Celentano al festival di Sanremo. Non è in discussione la bravura professionale di Adriano Celentano che, indubbiamente, è un grande artista, ma l’inopportunità di un compenso così elevato che suona come uno schiaffo alla miseria. Questa vicenda dimostra che il canone Rai, imposto agli italiani dovrebbe essere cancellato, proprio per rendere la Rai più parsimoniosa.

Cosa penserà il protagonista di questa faccenda, nonchè coloro che hanno deciso il cachet-Celentano? Si parlerà sicuramente di compenso proporzionale al personaggio, all'artista e alla manifestazione, ma il telespettatore reclama risposte ed essendo egli uno dei numerosi contribuenti Rai, gli son più che dovute.