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Carlo Cracco: “Guardo Masterchef ma non mi è piaciuto il mio funerale”

Lo chef commenta il suo “funerale” inscenato nella prima edizione di MasterChef Italia senza di lui: “È stato di cattivo gusto, a Sanremo non fanno il funerale al conduttore precedente”.
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La prima edizione di MasterChef Italia senza Carlo Cracco. Non si può negare che sembra esserci meno appeal, nonostante l'ottimo inserimento di Antonia Klugmann, da quando il "diavolo di Hell's Kitchen" è andato via. Lui non si lascia andare a confronti ma ai microfoni del settimanale di gossip "Spy", un paio di sassolini dalle scarpe prova a toglierseli lo stesso.

Carlo Cracco non ha gradito il suo funerale inscenato

Nel corso della prima puntata, i giudici di MasterChef rimasti hanno inscenato un finto funerale per Carlo Cracco, una trovata che allo chef è apparsa del tutto fuori luogo anche perché l'ha vista in diretta mentre era a casa con la famiglia (lo chef ha sposato Rosa Fanti lo scorso gennaio).

Guardo ancora “Masterchef”, Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo sono i miei fratelli, i miei “figli”. Non potrei mai parlare male di loro. Nella prima puntata hanno inscenato il mio funerale, non ne sapevo nulla. Ero a casa, stavamo cenando e non guardavo la tv. A un certo punto hanno cominciato a chiamarmi al telefono… Volevano sapere se ero morto davvero. L’ho trovato un po’ kitsch, di cattivo gusto. Anche perché non si è mai fatta una cosa del genere in televisione. Al Festival di Sanremo non ho mai visto fare il funerale al conduttore precedente. Però è anche vero che la televisione per fare audience è disposta a tutto: a vendere la mamma, la nonna, la suocera, la nuora e a vendere la pelle dell’orso ancora prima di averla cacciata. E quindi anche a fare il funerale a Cracco.

Cosa fa oggi Carlo Cracco

Carlo Cracco oggi è concentrato sulla ricerca nel mondo della cucina, come d'altronde aveva già annunciato un anno fa, quando ha detto addio a MasterChef. Una bacchettata alla moda del "deliveroo", che per lo chef non ha senso: "Tanto vale stare a casa e cucinare da soli".

Il mio obbiettivo è sempre quello di diffondere la cultura del cibo. Ora sono impegnato verso una nuova frontiera, quella del mangiare bene per stare bene. Adesso va di moda il deliveroo (consegne a domicilio, ndr). Vedo tantissimi ragazzi in giro per le città in bicicletta a consegnare cibo nelle case lavorando in certe condizioni e sottopagati… però la gente è convinta che sia una figata. Ma perché farsi portare una pizza che da quando esce dal forno a quando arriva a casa è fredda e non è più buona? Quel servizio non è cultura del cibo, è un concetto sbagliato che abbassa la qualità. È la classica via di mezzo… piuttosto esci e vai al ristorante, oppure stai a casa e te lo prepari tu.

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