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Carlo Cracco critica Junior Masterchef: “Non mi piace la tv dei bambini piccoli fenomeni”

In un’intervista al Corriere della Sera Cracco parla di sé e scalda i motori per la nuova edizione di Masterchef, in onda su Sky Uno da metà dicembre. Nega qualunque freddezza con gli altri giudici e ammette di non amare programmi come Junior Masterchef, pur apprezzando il modo in cui è fatto.
A cura di A. P.
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Si può essere parte di una squadra, realizzare un programma di successo divenuto un vero e proprio cult della televisione nostrana da più tre anni, eppure non essere completamente d'accordo con tutto ciò che quella squadra fa. Sembra essere più o meno la parabola di Carlo Cracco, noto chef stellato, già famoso nel suo ambiente prima di essere divenuto il volto di Masterchef in Italia, ora divenuto la condizione senza la quale quel programma dagli ascolti stratosferici (visti gli standard di Sky) e dall'enorme consenso popolare, non si potrebbe realizzare. Se chiedete a Carlo Cracco cosa ne pensi dei bambini in televisione, nonostante Sky produca il non meno noto Junior Masterchef, lui non si perde in chiacchiere e non fa l'aziendalista: "E' fatto bene ma non mi piace. Sull’infanzia sono cauto. Non basta essere capaci di fare i cuochi, con i bimbi bisogna stare attenti. I bambini sono fin troppo esposti al concetto di bellezza. E non mi piace nemmeno quando la tv li propone come piccoli fenomeni". Per questa affermazione sarà contenta l'Associazione Genitori, che qualche settimana fa esultò per la presunta cancellazione di un programma come Ti Lascio Una Canzone.

Una summa del personaggio potrebbe consistere già in questa risposta decisa, diretta. Carlo Cracco, intervistato dal Corsera si racconta alla vigilia della quarta edizione del talent di cui è giudice. Masterchef partirà il 18 dicembre e lui è pronto più che mai, oltre che lontano da ogni deriva narcisistica orientata all'abbandono (stile Morgan, per intenderci): "Non sarà assolutamente il mio ultimo Masterchef. non decidiamo noi ma la vedo una cosa difficile per come sta andando". Va quindi esclusa o rinviata ogni presunta voce su un suo rapporto conflittuale con gli altri due giudici, Joe Bastianich e Bruno Barbieri. E' lui stesso, peraltro, a smentire questa voce: "Vogliono farci passare da separati in casa invece andiamo d’accordissimo: quest’anno abbiamo avuto ancora più feeling".

Si parla anche delle critiche, quelle provenienti da chi gli contesta di essere divenuto il volto simbolo delle patatine San Carlo. Lui dimostra dimestichezza col ruolo e sta al gioco: "La tv sta in piedi per la pubblicità. La Rai potrebbe dedicare qualche rete a fare cultura, ma, altrimenti, senza pubblicità la tv si spegnerebbe. A me non piace fare né il santo né quello che se ne frega. Cerco sempre di valutare cosa faccio. Ovvio che le patatine sono un prodotto di massa, ma prima di accettare ho studiato l’azienda". Ma lui assicura di averle sempre mangiate… dobbiamo crederci?

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