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Rai2 nel caos, sposta ancora Il Cacciatore 2 e cambia il giorno di The Good Doctor

Dopo lo spostamento de Il Cacciatore 2 per fare spazio alla discussione in parlamento sul Coronavirus, Rai2 maltratta ancora le sue serie Tv invertendo il giorno di messa in onda della serie con Francesco Montanari e The Good Doctor: la prima andrà in onda di venerdì, la seconda si sposta al mercoledì. E il rispetto per il telespettatore?
A cura di Andrea Parrella
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Quella del terzo e quarto episodio de Il Cacciatore 2 sta diventando una specie di via Crucis sul sentiero della programmazione di Rai2. Dopo aver rinviato i due episodi previsti mercoledì 26 febbraio per fare spazio a una discussione in parlamento sul caso Coronavirus in prima serata, la seconda rete aveva annunciato lo slittamento di una settimana della serie con Francesco Montanari. In questo modo Il Cacciatore 2 avrebbe conservato la sua collocazione del mercoledì, facendo slittare la messa in onda degli ultimi due episodi di sette giorni.

Come cambia la programmazione di Rai2

Non contenta di aver comunicato ai telespettatori questo cambio di programmazione a poche ore dalla messa in onda, irritando i seguaci della serie, Rai 2 ha ben pensato di mostrare un altro numero di equilibrismo di palinsesto, piazzando il terzo e quarto episodio del Il Cacciatore 2 venerdì 28 e spostando al mercoledì la terza stagione di The Good Doctor, la cui messa in onda era prevista proprio per venerdì. A partire da questa settimana, quindi, i due prodotti seriali di punta della rete si invertono: il Cacciatore 2 andrà sempre in onda al venerdì, The Good Doctor al mercoledì.

Il venerdì terribile, con La Corrida e Amici in onda

Una scelta incomprensibile, che rischia peraltro di non tutelare un prodotto seriale italiano di indiscussa qualità, dato letteralmente in pasto ai leoni se si si considera la controprogrammazione mostruosa del venerdì sera, col serale di "Amici" e "La Corrida" in onda rispettivamente su Canale 5 e Rai1.

Perché questo stravolgimento?

Schizofrenici stravolgimenti di programmazione che, al di là della ricaduta che porteranno in termini di ascolti, lasciano intuire una scarsa fiducia nei confronti dei due prodotti da parte della rete e, soprattutto, non sembrano conformi a quella legge non scritta della televisione che vuole correttezza e rispetto per il telespettatore, costretto in questo caso ad inseguire i cambi di pedine di chi decide i palinsesti di rete.

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