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Bruno Vespa: “La critica più dolorosa in 23 anni di Porta a Porta è aver protetto i Casamonica”

Il giornalista presenta la 23esima edizione del talk show di approfondimento a La Vita in Diretta e ripercorre in rassegna i momenti di grande soddisfazione professionale, ma anche quelli più complessi, con il chiaro riferimento alle contestazionei per le interviste del 2015 ai rappresentanti della famiglia Casamonica e quella a Salvo Riina nel 2016.
A cura di Andrea Parrella
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Bruno Vespa riparte da dove si era fermato a maggio, con la ventitreesima edizione di Porta a Porta. La terza camera del parlamento per tanti anni, il salotto della politica per eccellenza, il programma di Vespa è riuscito in qualche modo a sostituire il Maurizio Costanzo Show. Nel presentare la nuova stagione del programma a "La Vita in Diretta", il conduttore traccia un bilancio di questo (quasi) quarto di secolo, enumerando le grandi soddisfazioni del programma, ma anche i momenti più dolorosi di critica: “La critica che mi ha fatto più male? Aver protetto i Casamonica e le critiche per l’intervista a Salvo Riina”.

Il riferimento è alle due puntate che hanno maggiormente attirato critiche verso il conduttore, una del 2015 ad alcuni rappresentanti della famiglia Casamonica e quella dell'anno successivo al figlio di Riina. Oggi Vespa difende quelle scelte editoriale, rivendicandone l'intento: “Lo scopo era esattamente l’opposto. La gente doveva toccare con mano il potere di questa cosa. Soltanto da quell’intervista a Riina si è capito come un grande bandito ha potuto girare indisturbato a Palermo, andando in ospedale alla nascita dei figli, alle comunioni e sulla spiaggia. Professionalmente rivendico quelle interviste”.

In entrambe le occasioni il giornalista si ritrovò al centro di una autentica bufera per la scelta di dare spazio ai Casamonica e a Riina. Già allora si era difeso azzardando il confronto con un grande volto del giornalismo italiano come Enzo Biagi e alcune sue controverse interviste a personaggi molto discussi della storia italiana: "Quando Enzo Biagi intervistò Michele Sindona e Salvatore Buscetta non c'erano le vittime, ma nessuno protestò. Biagi è stato trattato meglio di me, lasciatemi fare il mio mestiere". Poi aggiungendo:

Vittorio Casamonica non era un mafioso né uno spacciatore, abbiamo invitato in studio due familiari incensurati. Vera e il nipote di Vittorio non hanno difeso il resto della famiglia. Ho fatto le domande, ho detto che funerale era uno show di potenza. Che altro gli dovevo chiedere?", dice il conduttore.

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