Borghezio e la strage di Oslo: le scuse In onda su La7
“Il no alla società multirazziale, la critica dura alla viltà di un’Europa che pare rassegnata all’invasione islamica e financo la necessità di una risposta identitaria e cristiana di tipo templare al dilagare delle ideologie mondialiste, sono ormai patrimonio comune degli europei, fra cui il sottoscritto” così si era espresso il leghista Mario Borghezio sulle idee dell'attentatore di Oslo, Anders Breivik. Ai microfoni di Radio 24, durante la trasmissione La zanzara, il politico commentava gli attentati in Norvegia, condannando apertamente la pazzia e il fanatismo dell'attentatore, ma appoggiandone gli ideali antislamici. Le idee di Breivik apparivano, perciò, condivise non solo da Borghezio ma da "milioni di europei" che votano per forze politiche che la pensano alla maniera del leghista.
IL PENSIERO DI BORGHEZIO E LE SCUSE DELLA LEGA: Borghezio parte nell'intervento radiofonico con l'esprimere la sua vicinanza alle famiglie colpite dalla strage e con l'esplicita condanna al gesto estremo dell'attentatore, ma a pochi minuti dal collegamento con La Zanzara, il politico comincia a scavare a fondo nell'ideologia di Breivik e scova dei punti in comune con il suo pensiero. Sempre prendendo le distanze dalla tragica piega che hanno assunto le idee dell'attentatore, nella sua battaglia all'islamismo e alla buonista società multietnica, che sarebbe cieca dinanzi alle conseguenze di questa eccessiva apertura, Borghezio rintraccia delle comunanze non solo con il suo pensiero, ma con quello di milioni di elettori europei, a suo dire.
Non tardano ad arrivare le scuse della Lega, che si dissocia dalle dichiarazioni del suo componente, definendo farneticanti le illazioni di Borghezio. Parte del mondo politico chiede l'espulsione dell'uomo dal partito e le sue dimissioni dall'europarlamento, ma Bossi e i suoi propendono per una "punizione" simbolica, quella che porterà la Lega a sospenderlo per 3 mesi dalle attività di partito e di rappresentanza di questo.
LE SCUSE DI BORGHEZIO E ULTERIORI SPIEGAZIONI: Borghezio non ci sta: non pensa minimamente a rassegnare le dimissioni e non riconosce inopportune ed evitabili le sue dichiarazioni, bensì continua a difenderne il carattere ideologico sostenuto. E' dispiaciuto dal fraintendimento verso le sue parole e crede di non esser stato compreso: conscio di aver sollevato un caso internazionale, nel quale ha trascinato con sè l'Italia e il suo partito (subito corso ai ripari), a Borghezio preme chiedere scusa alla Norvegia e si reca all'ambasciata della nazione scandinava per rendere omaggio alle vittime e chiedere pubblicamente perdono a chi è stato sensibilmente toccato dalle sue parole. Le telecamere di In onda di La7 lo seguono e filmano le immagini più significative dell'evento (all'inizio del video seguente).
Tornato il collegamento in studio, i conduttori Luisella Costamagna e Luca Telese tentano di ottenere da Borghezio delle dichiarazioni precise circa la sua condivisione verso il pensiero di Breivik e insistono nel ricavare una conferma del politico in merito, ma il leghista pesa le parole e non fa altro che ribadire le esternazioni sin ora confessate, questa volta in maniera più ponderata. Borghezio continua a non sentirsi nella parte del torto ed è convinto di non essere il solo ad abbracciare determinate idee, che non devono per lui essere criminalizzate o condannate solo perchè in un singolo individuo sono sfociate in qualcosa di mostruoso.
E forse è questo il punto di snodo della matassa: è bene che si capisca che le indispettite reazioni del mondo politico nazionale ed internazionale non condannano in primis le idee conservatrici di menti come quella di Borghezio (pensieri opinabilissimi e sui quali si potrebbe largamente discutere), bensì la scelta di appoggiare tali idee inopportunamente e in un momento delicato, estrapolandole soprattutto da una mente che ha ucciso ben 76 civili.