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Berlusconi e Barbara D’Urso non ci stupiscono più: è finita

Un filo rosso di follia lega i due nella giornata di ieri: mentre Berlusconi conferma la fiducia al governo, Barbara D’Urso invita in studio il prete che canta i Ricchi e Poveri alla fine delle sue celebrazioni. Il filo rosso è che a noi, in momenti del genere, non viene più la pelle d’oca.
A cura di Andrea Parrella
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C'è stato forse un tempo in cui margini per un sacrosanto briciolo di disappunto persistevano; in cui, detto senza eccessi di perbenismo, una patina o filtro che si voglia di decenza minima che, per quanto dettati da ipocrisia, potessero segnare un limite massimo oltre il quale nemmeno si sarebbe immaginati di andare. Ma è presto detto, i fenomeni, i grandi personaggi, nascono per superare i limiti e ieri, non è casuale fosse nello stesso giorno, su due piani totalmente diversi si sono consumate due manifestazioni assurdità dichiarata assimilabili non nella loro natura, ma nell'indifferenza con la quale ci siamo abituati ad accoglierli.

Quali sono? Non la si ritenga un'associazione balorda (davvero, non lo è), si tratta di Silvio Berlusconi e Barbara D'Urso. Sì, perché mentre in mattinata l'ex premier ha dimostrato di poter cambiare idea in pochi giorni, dall'oggi al domani, più volte, in maniera folle ma geniale, senza curarsi minimamente del reale interesse comune che si trova a rappresentare (il giudizio non è politico, l'atto di ieri non l'ha capito nemmeno la pancia del paese che lui invoca, anzi molti credono abbia perso, sta qui il genio), Barbara D'Urso nel pomeriggio ha invitato in trasmissione nientemeno che Don Bruno, un incolpevole (si spera) parroco che per motivi suoi, che non vogliamo conoscere, ha deciso di mettersi a cantare canzoni dei Ricchi e Poveri alla fine delle sue celebrazioni. La Barbara di Cologno Monzese lo idolatrava da settimane, su Twitter così come in televisione e ieri "finalmente" è riuscito a portarlo in trasmissione, additando alla fine anche quei benpensanti che avrebbero criticato quel momento.

Ora, è pressoché impossibile, trovandosi dinanzi a cotanta meraviglia, descrivere l'imbarazzo sul viso di Schifani, seduto di fianco a Berlusconi durante la sua schizofrenica conferma di fiducia al governo; tanto quanto sia impossibile descrivere l'imbarazzo del pubblico di Pomeriggio Cinque, lì in studio mentre Don Bruno li deliziava con un'interpretazione a cappella di Sarà perché ti amo. E' impossibile per un semplice motivo: l'imbarazzo non c'era, quanto accaduto ieri mattina e ieri pomeriggio, per i rispettivi presenti, era piena normalità. Il problema, ammesso che un problema esista, è proprio questo, che ci siamo abituati a Berlusconi così come alla D'Urso, un piccolo segnale dell'umana decadenza. P.s. Io un accenno di pelle d'oca, in entrambi i casi, l'ho pure avvertito, ho preferito convincermi si trattasse dei primi accenni di fresco autunnale.

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