Beppe Severgnini risponde a Luigi Di Maio: “Se lui fa il ministro, io potrei cantare a Sanremo”
Un momento di televisione surreale a "Otto e Mezzo", complice anche una gestione non felice di Lilli Gruber. Beppe Severgnini, giornalista ed editorialista, si trova costretto a rispondere alla sollecitazione di Luigi Di Maio, che su Facebook ha cavalcato l'indignazione generale per la vittoria di Mahmood al Festival di Sanremo auspicando un televoto "del popolo" per il futuro: "Distanza abissale tra popolo e radical chic", ha detto per poi tirare in ballo proprio il giornalista: "La giuria, composta da critici musicali del "calibro" di Beppe Severgnini, e la sala stampa hanno totalmente ribaltato il risultato del televoto".
La replica di Beppe Severgnini
"Se lui fa il ministro del Lavoro, io potrei tranquillamente andare a Sanremo a cantare". È la replica di un atterrito Beppe Severgnini, che si vede vittima della strumentalizzazione politica fatta dai due principali leader delle coalizioni di Governo. Beppe Severgnini prosegue: "Sembra di vivere ormai in un film di Mel Brooks".
L'attacco di Tommaso Paradiso a Luigi Di Maio
Non era mai successo che un politico prendesse posizione in maniera così dura per commentare il verdetto della giuria del Festival di Sanremo. Una deriva da film distopico. Le contestazioni razziste dopo la vittoria di Mahmood non sono state commentate dalle classe politica, mentre tutti hanno posto l'attenzione sul giudizio del televoto ribaltato. Tommaso Paradiso, il frontman dei Thegiornalisti, ha attaccato duramente Luigi Di Maio proprio in risposta al post:
È forse questa l'apocalisse? Dateci un segnale. Vi prego. Non può essere reale, tantomeno razionale. Spostiamo gli stramaledetti cazzi che abbiamo nel nostro paese sul festival di Sanremo, sì.